Parigi, sì della Consulta alla legge sul lavoro

Alberto Toscano

da Parigi

La Corte costituzionale (Conseil constitutionnel), a cui si era rivolta l'opposizione di sinistra, ha annunciato ieri sera la propria sentenza: la legge che istituisce il nuovo contratto di lavoro per i giovani, non viola i principi fondamentali della Repubblica francese. Dunque la legge, definitivamente approvata dal Parlamento ai primi di questo mese di marzo, può entrare in vigore, sempre che il capo dello Stato Jacques Chirac decida di firmarla e di promulgarla. La scelta non è facile perché il dispositivo più discusso di quel testo - il cosiddetto Cpe, ossia «contratto di prima assunzione», che prevede la possibilità di licenziare i giovani di meno di 26 anni senza giusta causa - è malvisto dall'opinione pubblica ed è al centro delle contestazioni. Studenti e sindacati hanno manifestato massicciamente martedì scorso, quando due o tre milioni di persone hanno partecipato in tutta la Francia a un centinaio di cortei.
Chirac si rivolgerà oggi ai connazionali con un discorso televisivo alle 20, ossia all'ora dei principali telegiornali. Tenterà di spiegare la sua scelta di promulgare la criticatissima legge sul Cpe e al tempo stesso darà un annuncio a suo avviso conciliante: la convocazione di un grande conclave nazionale destinato a riunire i rappresentanti dei sindacati, degli imprenditori, dei giovani e del Parlamento, sotto l'egida del governo. Ma i sindacati e i leader studenteschi hanno già annunciato che non parteciperanno a una concertazione del genere se il Cpe non sarà stato preventivamente ritirato. Preparano una nuova giornata nazionale di scioperi e proteste per il 4 aprile e accusano il Conseil constitutionnel di non essere affatto neutrale. All'interno stesso della maggioranza di governo, alcuni parlamentari sembrano favorevoli alla sospensione del Cpe.
Ed è proprio una tempesta quella che percuote la Francia. Lo dimostra la cronaca della giornata di ieri. Di primo mattino i notiziari annunciano che il ministro dell'Educazione nazionale, Gilles de Robien, ha inviato una circolare ai presidi per ordinare la riapertura a tutti i costi - compreso l'intervento della polizia - delle scuole medie superiori occupate o bloccate in molte città francesi. I presidi, che temono incidenti, si sono ben guardati dall'assecondare le direttive del ministro. Ma gli incidenti ci sono stati lo stesso. Incidenti di tutti i tipi. Genitori anti-sciopero hanno affrontato a spintoni i picchetti degli studenti in sciopero per aprire ai propri figli la via delle aule. Studenti universitari che vogliono riprendere i corsi si sono scontrati con quelli che vogliono impedirli. Nelle banlieue, gruppi di teppisti hanno cercato una volta di più di approfittare della tensione per commettere atti di vandalismo. Proprio alcuni casseur, fermati nel corso delle manifestazioni di martedì, sono stati processati ieri per direttissima. Uno di loro, un muratore bretone, è stato condannato a otto mesi di prigione senza la condizionale.
Per tutta la giornata di ieri ci sono stati anche blocchi stradali e ferroviari in varie località del Paese. Il caso più grave è avvenuto a Parigi, dove un migliaio di studenti ha invaso i binari della gare de Lyon, la stazione da cui partono i Tgv diretti a Lione, a Marsiglia e a Milano. L'invasione è avvenuta nel pomeriggio, poco prima dell'ondata delle partenze dei pendolari verso le località della cintura parigina. Migliaia di persone hanno affollato per ore la stazione in attesa che i treni potessero nuovamente partire. Ci sono stati momenti d'estrema tensione e l'abilità della polizia ha evitato le situazioni pericolose che avrebbero potuto verificarsi in un tale contesto.

Gli studenti sono stati quindi accerchiati e messi sotto scacco dalle forze dell'ordine. Poi tutto s'è risolto senza scontri.
Blocchi autostradali hanno provocato chilometri di code a Aix-en-Provence, Nantes, Lille e Rennes. Traffico bloccato anche sul raccordo anulare che circonda Parigi.

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