Parigi strappa alla Svizzera 3mila evasori

Cade un altro pezzo del glorioso segreto bancario svizzero. Dopo la consegna agli Stati Uniti, da parte di Ubs, di 4.450 nomi relativi ad altrettanti conti correnti intestati a cittadini americani, adesso tocca alla Francia, che ha ottenuto da tre istituti di credito elvetici i nominativi di 3mila contribuenti titolari di circa 3 miliardi di euro. Prosegue così, dopo il G20 di aprile a Londra dove fu faticosamente raggiunta l’intesa per porre fine ai paradisi fiscali, «l’operazione trasparenza» avviata negli ultimi mesi dalla Svizzera, nel tentativo di uscire dalla «lista grigia» dei paradisi fiscali stilata dall’Ocse. A rendere noto il passaggio di informazioni da Berna a Parigi è stato il ministro del bilancio francese Eric Woerth, in un’intervista al Journal du Dimanche: «Abbiamo recuperato - ha detto il ministro - i nomi dei 3mila contribuenti detentori di conti nelle banche svizzere, di cui una parte corrisponde molto probabilmente a evasori fiscali». Si tratta di conti, ha aggiunto «aperti in tre banche del valore di 3 miliardi di euro. È la prima volta che abbiamo questo tipo di informazioni, precise, con i nomi, i numeri dei conti e l’ammontare dei depositi. È eccezionale».
I contribuenti in questione, ovviamente, non la passeranno liscia: dovranno regolarizzare la loro situazione, ha tuonato Woerth, entro il 31 dicembre, perché «dopo quella data il controllo fiscale verrà applicato con tutto il rigore: inchiesta dettagliata e, se serve, sequestro giudiziario».
Nei prossimi giorni, inoltre, il ministro avvierà contatti con le banche aventi sede in Francia per conoscere i nomi di quanti hanno trasferito somme in Paesi con meccanismi fiscali più vantaggiosi.
La decisione del G20 di dichiarare guerra ai paradisi fiscali ha spinto la Svizzera (che secondo Boston Consulting conserva nei forzieri delle proprie banche 2mila miliardi di dollari appartenenti a cittadini stranieri) ad agire con maggiore convinzione: Berna già in marzo aveva accettato di adottare standard internazionali nello scambio di informazioni sugli evasori fiscali e da allora ha firmato accordi in materia fiscale con oltre una dozzina di governi, che però adesso vanno formalizzati.

Dopo i primi due accordi definitivi (con Lussemburgo e Danimarca), proprio il 27 agosto scorso è stata siglata l’intesa con la Francia, mentre l’8 settembre è in programma un incontro con il governo tedesco. «Tutti devono capire - ha concluso Woerth - che i tempi sono cambiati», ed è quindi interesse dei contribuenti mettersi in regola il più presto possibile.

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