Parigi, uomo si sveglia durante espianto organi

Un 45enne aveva avuto un infarto per strada. I medici non erano riusciti a rianimarlo in nessun modo. Una volta sotto i ferri ha iniziato a parlare e a lamentarsi. Ora ha una vita normale

Parigi, uomo si sveglia 
durante espianto organi

Parigi - I chirurghi dell’equipe trapianti erano già pronti a espiantargli gli organi, quando si sono accorti che dava segni di vita. Una vicenda - raccontata oggi dal quotidiano Le Monde - che ha dell’incredibile, successa a un 45enne francese, colpito da infarto del miocardio in una strada di Parigi all’inizio del 2008. I medici dell’ambulanza avevano tentato di rianimarlo sul posto, senza successo, decidendo poi di trasportarlo al vicino ospedale di Pitiè-Salpetriere, di Parigi, attrezzato per praticare una dilatazione delle coronarie. Durante il tragitto, nonostante i continui tentativi, il cuore non aveva ripreso a battere, e dopo che una volta in ospedale le analisi avevano sancito l’impraticabilità della dilatazione coronarica: sembrava non ci fosse più niente da fare.

Donazione L’uomo era diventato quindi, un’ora e mezza dopo l’arresto cardiaco, un potenziale donatore d’organi: un donatore "a cuore fermo", non cerebralmente morto, ma non più rianimabile. Un verdetto smentito appena in tempo: quando l’equipe di chirurghi abilitata al prelievo degli organi stava per procedere, il paziente ha cominciato a respirare spontaneamente e a dare segni di reazione agli stimoli dolorosi. "A conti fatti, esistevano dei segni di vita (o sintomi), enunciato equivalente all’assenza di segni clinici di morte" spiega il rapporto dei medici alla commissione etica dell’assistenza pubblica ospedaliera di Parigi, incaricata di valutare la vicenda.

Il presente "Dopo numerose settimane - prosegue - costellate da complicazioni gravi, il paziente cammina e parla". Non si sa, però, se sia stato informato del rischio corso.

Medici e tecnici rianimatori interpellati dalla commissione hanno spiegato che i casi in cui "un paziente che tutti davano per deceduto sopravvive dopo manovre di rianimazione prolungate ben al di là dell’abituale, o di quanto considerato ragionevole" sono "eccezionali, ma capitano nel corso di una carriera". Cosa che, concludono, mostra "quante domande rimangano nel campo della rianimazione, delle modalità di intervento e dei criteri che permettono di stabilire un fallimento".

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