«Nessuno è riuscito a fare così tanti danni in così poco tempo come Zapatero e il suo governo». Sul palco ieri a Madrid è salito lex premier Aznar. Si è presentato per la presentazione di una rivista di geoeconomia. È finito a parlare del suo antico rivale, Zapatero. Luomo che è riuscito a distruggere il miracolo spagnolo. Il leader laico e progressista, arrivato con le vacche grasse, quando la strada era in discesa. La Spagna viveva il suo miracolo con fiducia e con speranza, sorpassava lItalia. Oggi Zapatero affonda e la Spagna con lui. Leconomia è bloccata, la disoccupazione ha raggiunto livelli record. Ma non solo, lanno che arriva è tuttaltro che roseo. Gli spagnoli si risvegliano dal sogno della rinascita iberica. Aznar è lì sul palco, suona il campanello dallarme: Zapatero ha tradito il sogno e la conferma è nei numeri con il segno meno. Dal palco lex presidente distanzia le parole e tra una pausa e laltra spiega: «La Spagna è in una situazione di estrema gravità. E non ho mai visto un declino così rapido in vita mia». «La disoccupazione continua a salire, il deficit è dell11,5 per cento, la distanza con i Paesi europei sta diventando sempre più netta. E Zapatero in questo ha tripla responsabilità. Ha paralizzato la riforma economica, ha negato fino allultimo la crisi, ha preso decisioni che si sono rivelate sbagliate».
Un attacco netto, definitivo, violento quello di Aznar. Zapatero e i suoi ministri hanno distrutto il grande sogno. «Con il mio lavoro - ha continuato il premier - la Spagna era arrivata tra i primi Paesi dEuropa. Oggi chiude la fila».Parla Aznar e demolisce Zapatero «Nessuno ha fatto danni come lui»
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