
«Per il Medio Oriente si intravede uno spiraglio di pace» dice in Aula il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che incassa l'astensione delle opposizioni (Pd, M5s, Avs) sul sostegno del governo italiano al piano Usa per la pace a Gaza. Sull'astensione del Pd decisivo - a quanto apprende il Giornale - l'intervento dell'ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini che in riunione con i parlamentari dem minaccia di votare a favore (sul piano Usa per Gaza) della risoluzione della maggioranza. A quel punto la segretaria Elly Schlein dà l'indicazione sull'astensione. Le opposizioni (Pd, M5s e Avs) si astengono sulla risoluzione di maggioranza, i voti a favore sono 182, 101 gli astenuti e nessun voto contrario. Mentre Azione e Iv votano a favore assieme alla maggioranza. I gruppi di Pd, M5s e Avs si astengono sulle risoluzioni di Iv e Più Europa (appoggiate anche dal governo). I riformisti del Pd si smarcano e votano a favore delle risoluzioni IV e Più Europa: Lorenzo Guerini, Marianna Madia, Lia Quartapelle e Virginio Merola. Stessa posizione per Bruno Tabacci, eletto col Pd. Astenuta anche Azione. Ok da parte dei riformisti anche al Senato alla risoluzioni Iv. Votano a favore Graziano Delrio, Walter Verini, Filippo Sensi e Pier Ferdinando Casini. Al Senato va in scena un altro giallo: inizialmente l'intervento deve farlo Delrio ma il gruppo Schlein impone il cambio con Susanna Camusso.
Nel giorno delle comunicazioni, prima alla Camera e poi al Senato, la maggioranza porta a casa l'ok alle due sue risoluzioni con l'appoggio anche di Azione, Più Europa e del deputato Luigi Marattin (Partito Liberaldemocratico). Nella prima risoluzione si parla delle condizioni (rilascio ostaggi e via Hamas) per il riconoscimento dello Stato Palestinese, nella seconda si parla solo del piano di pace di Trump. «Premesso che l'amministrazione degli Usa ha predisposto un piano di pace per il Vicino Oriente che ha trovato il consenso di molti Paesi Arabi, di Israele, dell'Autorità Nazionale Palestinese e della maggior parte delle nazioni europee, impegna il governo a compiere ogni attività utili a sostenere e favorire l'iniziativa di pace» si legge. Le trattative in maggioranza producono una limatura (su spinta della Lega) al capitolo relativo alle sanzioni contro Israele. Si invita il governo a sostenere in sede unionale «un approccio equilibrato su eventuali misure economiche e restrittive da adottare verso Israele» per evitare «conseguenze generalizzate ai danni della popolazione israeliana» e puntare «invece a interventi mirati e proporzionati, anche di carattere individuale, in linea con l'obiettivo di promuovere il cessate il fuoco». Il pallottoliere dell'Aula offre più di un incastro. La risoluzione sul riconoscimento della Palestina passa con i voti del centrodestra, di Azione, Più Europa e Marattin. Mentre, infine, la Camera boccia la risoluzione della sinistra. Nelle comunicazioni il ministro annuncia la visita il prossimo 7 ottobre in Italia presidente dell'Anp, Abu Mazen, rilanciando così il ruolo dell'Italia nel processo di pace. Il governo italiano ribadisce una posizione dura contro la carneficina: «I palestinesi non sono Hamas, che li usa anzi come scudi umani, e hanno subito in modo drammatico la reazione di Israele che è andata ben al di là del diritto all'autodifesa». Copione identico al Senato. L'Aula approva le due risoluzioni.
La risoluzione più breve, con l'appoggio al piano di Trump, firmata anche da Calenda (Azione), è stata votata, oltre che dal centrodestra, anche da Iv, mentre Pd, M5s e Avs si sono astenuti. La seconda è passata con i soli voti del centrodestra. Ok anche alla risoluzione Iv per il piano Blair con il voto dei riformisti.