
Il Senato ha dato il via libera con 90 voti a favore alla questione di fiducia posta dal governo sul decreto Albania. Il provvedimento, ora convertito in legge, ha ricevuto 56 voti contrari. Si è registrato solo un astenuto al momento del voto. Tante le proteste delle opposizioni, che si sono contrapposte all'orgoglio della maggioranza che l'ha rivendicato come "un modello virtuoso e riferimento per tanti Paesi europei", citando il sottosegretario all'Interno, il leghista Nicola Molteni.
Marco Lisei di Fratelli d'Italia ha scandito che i centri aperti in Albania "fun-zio-ne-ran-no", con lo stesso tono usato dalla premier Giorgia Meloni a dicembre dal palco di Atreju. Nel provvedimento ci sono "norme urgenti contro l'immigrazione irregolare", dando piena attuazione al protocollo sui migranti firmato da Italia e Albania. Nell'atto pratico, con questo passaggio è stato trasformato il centro di Gjader in un Cpr dove trasferire i migranti da rimpatriare dall'Italia. Con questa norma si dovrebbe superare l'impossibilità di impiegare i centri a causa delle mancate convalide da parte dei giudici perché la struttura era considerata in contrasto con le norme europee.
"Bene l'approvazione di questo provvedimento, che ancora una volta vuole rispondere alle esigenze dell'Italia in materia di immigrazione. Con la possibilità di portare i migranti in Albania dai Cpr italiani, le nuove norme consentono di rafforzare la sicurezza, allontanando dal nostro Paese persone che delinquono e non hanno diritto di starci. Una novità importante che, come ha sottolineato il sottosegretario Nicola Molteni, sarà un modello anche per altri Stati. Avanti dunque così, per contrastare l'immigrazione illegale e per una vera ed efficace gestione delle frontiere", hanno dichiarato i senatori della Lega in commissione Affari costituzionali Daisy Pirovano, capogruppo, Paolo Tosato e Nicoletta Spelgatti.
Il senatore di Fratelli d'Italia Alberto Balboni, presidente della commissione Affari costituzionali a palazzo Madama e responsabile nazionale del dipartimento Legalità e Sicurezza del partito, ha sottolineato che "le opposizioni, con in testa il Pd, ci accusano di aver speso un'enormità per il decreto Albania oggi in conversione, ma i costi dell'accoglienza voluta dalla sinistra ammontano a 5 miliardi, una mangiatoria dove hanno attinto ong, sindacati, cooperative e il tutto sulla pelle di tanta povera gente immigrati. Nei Cpr, i cui posti in Italia sono ben al di sotto dei 1400, ci devono andare i soggetti pericolosi e siccome noi siamo sempre a favore della legalità riteniamo che i reati debbano sempre essere perseguiti"
Il co-presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti (ECR) al Parlamento europeo, Nicola Procaccini, eletto con Fratelli d’Italia ha aggiunto che "la Proposta di modifica del concetto di Paese terzo sicuro avanzata oggi dalla Commissione Ue, va nella direzione auspicata dalla delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo e dal governo italiano.
La rimozione della obbligatorietà del criterio di collegamento tra migrante e Paese terzo, e il non automatico effetto sospensivo dei ricorsi prodotti dai migranti, consentono di snellire le procedure e prevenire gli abusi del sistema dei ricorsi, dando al contempo ulteriore valore ad accordi come il protocollo tra Italia e Albania".
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