
Mentre fuori dal "Palazzo" divampano gli scontri tra gli antagonisti e le forza di polizia, a Montecitorio il centrosinistra va all'attacco del decreto sicurezza su cui il governo ha posto la fiducia.
"Abbiamo ascoltate le voci delle relatrici di questo provvedimento solo oggi, durante l'esame del testo in commissione non abbiamo mai sentito una parola. Eppure è un testo che cambia la natura della nostra Repubblica", tuona il deputato Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs in commissione Affari costituzionali, durante la discussione generale del provvedimento. "Introduce nuovi 14 reati, più 16 aggravanti di reati già esistenti, ristringe le libertà, vieta il blocco stradale che dal 1948 è una sanzione amministrativa, oggi diventa reato penale ma solo se si usa il proprio corpo: chi blocca la strada con un trattore no", ricorda l'esponente di Avs che poi aggiunge: "Vietate le proteste contro le grandi opere, contro il ponte o gli incenitori non si può dissentire, nè protestare per i cambiamenti climatici". Zaratti, parlando dell'emergenza abitativa, si chiede: "Come si fa a punire con la galera chi non ha una casa? Perché non gli date un alloggio anzichè metterle in carcere?" E aggiunge: "Cento anni fa venivano varare le leggi fascistissime, limitavano la libertà di espressione, introducevano i podestà, come quelli che Piantedosi oggi vorrebbe ripristinare per i Comuni a rischio di infiltrazione mafiosa, vietavano gli scioperi: ecco questo decreto somiglia moltissimo alle legge fascistissime di 100 anni fa". Ancora più duro l'intervento di Devis Dori, capogruppo di Avs in commissione Giustizia: "I liberali nella destra dove sono? Votano questo decreto solo per la loro poltrona? Esponenti della destra hanno fatto sorrisetti in commissione di fronte alle nostre proteste per il modo in cui vengono infranti diritti costituzionali". Dori attacca: "Per voi anche Gandhi deve finire in carcere, punite la resistenza passiva, fatta con i soli corpi delle persone, date super poteri ai questori che si possono sostituire al magistrato, una ventina di detenute madri dovranno stare in carcere con i loro figli o se incinte: finanche in epoca fascista la pena per donne con figli veniva differita. Questo decreto è un inaccettabile accanimento verso chi protesta".
Paolo Ciani, vicepresidente del Pd alla Camera, non ha dubbi: "Criminalizzare la protesta e irrigidire la repressione non è una soluzione. L'inasprimento delle pene non produce risultati e lo avete visto col decreto Caivano che ha prodotto solo il 48% di più dei minorenni negli istituti carcerari". Secondo Ciani "il governo continua a insistere sulla repressione e trascura la prevenzione" e sui Cpr in Albania dice: "avete speso un miliardo dei soldi dei contribuenti per portare dei migranti lì per essere espulsi quando ci sono già luoghi per farlo in Italia". La sicurezza, per il deputato dem "non si costruisce solo con la forza", ma "sicurezza è un quartiere illuminato, una scuola che funziona, è non morire di lavoro". Toni Ricciardi, l'altro vicepresidente del gruppo Pd, si chiede: “Come si spegne una democrazia?". E aggiunge: "Il governo, anche se ignaro di utilizzare il principio di Chomsky, usa la democrazia con il metodo della rana e dell'acqua che bolle: uccide la democrazia poco alla volta lasciandola adagiare come la rana nell'acqua bollente finché non sarà più in grado di reagire e perirà". Secondo Ricciardi, il dl Sicurezza "spegne la democrazia acclimatando le persone, facendole disinteressare, fingendo di coccolarle e nel frattempo le fa bollire”. Ricciardi elenca i vari provvedimenti sgraditi dall'opposizione approvati dall'inizio della legislatura: il decreto sui rave party, il bavaglio alla libertà di stampa, la punizione della resistenza passiva, i figli di tre anni in carcere per i reati commessi dalle madri, la revoca e il blocco della trasmissione della cittadinanza degli italiani all'estero, il divieto dello sciopero e la concessione dell'uso di più armi. Il deputato del Pd, quindi, conclude: “La domanda che dobbiamo porci è dunque se ha ancora senso il ruolo che il Parlamento svolge? In altri termini ha ancora senso parlare di democrazia rappresentativa o addirittura parlare di democrazia in Italia?”.
Anche Gianni Cuperlo non ha dubbi: "Oggi, più che discutere un decreto legge, assistiamo alla celebrazione di una crisi profonda del Parlamento repubblicano". Il parlamentare del Pd lamenta lo scarso confronto parlamentare sul tema: "Interi capitoli, come quello sulla canapa, sono stati ignorati. Eppure centinaia di costituzionalisti, magistrati, avvocati hanno lanciato un grido d'allarme, rimasto inascoltato". E ancora: "L'impianto del decreto è figlio di un panpenalismo propagandistico che nulla ha a che vedere con una reale tutela della sicurezza". Cuperlo, poi, attacca sulla reintroduzione del reato di blocco stradale "un residuo del 1948 che oggi si trasforma in uno strumento repressivo verso giovani, operai, ambientalisti che manifestano pacificamente" e definisce una "aberrazione" il carcere per le madri con bambini piccoli. "Questo decreto - ha concluso Cuperlo - svilisce i principi della nostra Costituzione e sacrifica la democrazia sull'altare di un patto di potere. Ma sappiate che noi continueremo a opporci, con la schiena dritta, dentro e fuori quest'Aula. Perché la sicurezza non si conquista calpestando le libertà".
La deputata M5S Gilda Sportiello tuona: "Dovete assumervi la responsabilità del decreto raccapricciante che state approvando". E attacca: "Abbiamo perso le speranze che possiate interessarvi anche solo un minuto di chi ha la pensione minima, di chi non arriva a fine mese, di chi ha bisogno della sanità per curarsi e di chi chiede di lavorare in condizioni dignitose". Secondo la deputata pentastellata "la sicurezza è un'altra cosa, non questo cumulo di aggravanti e reati messi a caso tanto per dire che qualcosa avete fatto". Sportiello sostiene che "Il governo Meloni ha smantellato gli strumenti con cui si combatte il crimine e con questo decreto colpisce gli spazi di espressione del dissenso". E conclude: "Ha paura di chi manifesta perché non ha un salario dignitoso o di chi denuncia che il governo sta investendo nella sanità privata smantellando quella pubblica o di quel mezzo milione di persone che non ha più i soldi per comprare le medicine?". La deputata Enrica Alifano fa la nostralgica e dice: "Siamo al punto da dover rimpiangere il codice Rocco fascista, che era più garantista di questo decreto". Ma non solo. "C'è un aspetto poco evidenziato: questo provvedimento in vari punti stravolge lo stato di diritto indebolendo il ruolo di garanzia della magistratura spostando l'asse del controllo sociale nelle mani delle forse di polizia", chiosa Alifano. Il deputato M5S Gaetano Amato, infine, denuncia come il decreto Sicurezza contenga "una serie di disposizioni che aggravano la repressione verso le libertà individuali e il dissenso". E aggiunge: "Abbiamo perso il conto delle fiducie poste dal governo. Se al Parlamento viene tolta la discussione in aula non c'è più democrazia parlamentare. Il M5S ha fatto proposte come quella relativa alle assunzioni straordinarie delle forze dell'ordine ma non c'è stato nulla da fare, il governo preferisce spendere i soldi in armi".
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha spiegato così la decisione di mettere la fiducia: "Il governo ha apprezzato la discussione generale, anche lunga, che si è svolta sul testo. Per noi questo è un provvedimento strategico per valorizzare il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine e contiene misure decisive per la sicurezza". Il titolare del Viminale ha poi replicato ad alcune critiche dell'opposizione dell'"impegno del governo per il rafforzamento degli organici delle forze dell'ordine per cui questo non era questo il provvedimento" ma che è avvenuto con l'assunzione di 30mila persone nelle forze di polizia che sarà incrementato nei prossimi anni. "Si tratta di una inversione di tendenza rispetto alla concezione della sicurezza come fattore di costo", ha concluso Piantedosi.
La conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha stabilito che la fiducia sarà domani dalle 18 e che l'esame del provvedimento andrà avanti fino alle 20, con prosecuzione fino alle 24, e poi nelle giornate successive fino a venerdì. Una scelta che ha mandato su tutte le furie le opposizioni.
"In capigruppo ho ribadito che quello che è accaduto giovedì in commissione non ha precedenti analoghi perché è stata applicata la tagliola su un provvedimento quando l'Aula poteva tranquillamente essere posticipata e senza che l'opposizione stesse facendo ostruzionismo e con meno della metà degli emendamenti votati", ha detto la presidente dei deputati di Iv Maria Elena Boschi al termine della riunione definendo questa "una scelta arbitraria della maggioranza il che la rende particolarmente grave".