Dl Sicurezza è legge. Caos in Aula. Meloni: "Tuteliamo i cittadini"

Piantedosi rimanda al mittente le accuse di "decreto antidemocratico" e le opposizioni presentano in Senato 933 emendamenti. Proteste e azioni di disturbo da Pd e M5s

Dl Sicurezza è legge. Caos in Aula. Meloni: "Tuteliamo i cittadini"
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Sul Decreto Sicurezza, il governo ha posto la fiducia anche al Senato. A chiederla è stato Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento. Il voto era previsto questa mattina alle 12, dopo le dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi, ma si è tardato a causa delle continue interruzioni delle opposizioni. Alla fine, con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un'astensione, l'Assemblea del Senato ha rinnovato la fiducia al governo con l'approvazione definitiva del disegno di legge di conversione in legge del decreto sulle disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica.

"Con l’approvazione definitiva del Decreto Sicurezza al Senato, il Governo compie un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa. Interveniamo con determinazione contro le occupazioni abusive, accelerando gli sgomberi e proteggendo famiglie, anziani e proprietari onesti, troppo spesso lasciati soli di fronte a ingiustizie intollerabili. Combattiamo le truffe agli anziani, un fenomeno vile che colpisce chi più merita rispetto e protezione. Rafforziamo infine gli strumenti a disposizione delle Forze dell’Ordine, per difendere chi ogni giorno difende i cittadini. Legalità e sicurezza sono pilastri della libertà. E noi continueremo a difenderli con determinazione", ha dichiarato il premier Giorgia Meloni dopo l'approvazione.

Mentre le opposizioni lo definiscono "decreto Repressione" in via propagandistica, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, difende la ratio di questo provvedimento e ribadisce, se ce ne fosse bisogno, che non è e uno è mai stato un attacco alla libertà e alla democrazia. "Io credo che non c'è nessuna penalizzazione della libertà di manifestazione nessuna compressione a meno che non si voglia intendere per libertà di manifestazione del pensiero anche la libertà di appiccare incendi alle macchine che si trovano lungo i percorsi dei cortei, devastare le vetrine dei negozi, saccheggiare i negozi stessi aggredire le forze di polizia", ha dichiarato il ministro intervenendo a Sky TG24 Live In Milano.

Ma dalle opposizioni continuano con la martellante contrapposizione al Decreto, fornandone i contorni in modo tale che sembri un provvedimento antidemocratico. "Non c’è nessuna emergenza di ordine pubblico da affrontare: c’è solo il bisogno di alimentare la propaganda della paura. Ma la sicurezza non si costruisce con l’autoritarismo, bensì rafforzando il welfare, il lavoro stabile, la scuola e la sanità pubblica", ha dichiarato Enza Rando, responsabile della legalità e del contrasto alle mafie nella segreteria nazionale del Partito Democratico, intervenendo in Aula. Tutte soluzioni che il Pd al governo non è mai riuscito a trovare o ad attuare. Dalle opposizioni si è alzata la protesta in Aula anche perché non è previsto l'esame degli emendamenti: ne sono stati presentati 933 da parte delle opposizioni, che non verranno analizzati.

E così è scoppiata la protesta: i senatori del Pd, M5S e di Avs hanno inscenato un sit-in sedendosi al centro dell'Aula di Palazzo Madama e dando le spalle ai banchi del governo. Una manifestazione che vuole richiamare quella di Ultima generazione, e non solo, contro il decreto che inasprisce le pene per i manifestanti che occupano le strade: si passerà dall'illecito amministrativo al penale. La protesta è stata accompagnata dallo slogan "vergogna, vergogna". La seduta è stata sospesa dal presidente Ignazio La Russa e le opposizioni hanno chiesto la convocazione della Capigruppo. Prima della sospensione, il leader di Azione, Carlo Calenda, intervenendo in Aula al Senato si è rivolto ai manifestanti: "Non cadete in questo tranello: state facendo il più grande favore alla destra con questo atteggiamento. Queste cose vanno combattute nel merito e non con gli show, in questo modo la destra continuerà a governare il Paese".

Alla ripresa, l'intervento della senatrice leghista Nicoletta Spelegatti, che ha accusato le opposizioni di fare "un teatro dell'assurdo" e di "non ascoltare" è stato disturbato dalle proteste provenienti, in particolare, dai banchi di M5s e Pd. Il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, al termine dell'intervento della senatrice leghista, quando a prendere la parola è il Dem Andrea Giorgis, ha detto rivolgendosi ai suoi: "Facciamo vedere come si ascolta". E, invece di protestare come aveva fatto prima l'opposizione, gli esponenti della Lega sono rimasti in silenzio per tutto l'intervento.

Ulteriori tensioni si sono registrate quando il senatore di FdI e presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato Alberto Balboni ha dichiarato, verso le opposizioni: "Capisco che vogliate stare dalla parte della criminalità". I senatori di Pd e M5s sono scesi urlando dai loro banchi, andando verso quelli della maggioranza.

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