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Domani il voto del Senato. Ma quella del Caio Duilio è un'azione di autodifesa

Repubblica accusa già per l'azione militare. Pd e M5S pronti alle critiche in Aula quando il Parlamento darà il via libera ad Aspides. Ma il cacciatorpediniere è un obiettivo dei ribelli

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«Repubblica» c`ha già provato. Ma l`attacco vero arriverà domani quando il Parlamento dovrà votare il via libera alla missione Aspides. In quella sede Pd e Cinque Stelle non si lasceranno sfuggire l`occasione di puntare il dito contro il governo, accusandolo d`aver mandato il cacciatorpediniere Caio Duilio in un teatro di guerra senza il via libera di Camera e Senato. Nulla di nuovo, vista la foga con cui hanno imputato all`esecutivo la responsabilità delle manganellate di Pisa. Ma stavolta i fatti sono ancor più chiari dei filmati che mostrano gli studenti filo Hamas puntare a testa bassa i poliziotti schierati a difesa di un obbiettivo sensibile. L`obbiettivo, assai più sensibile, era infatti il cacciatorpediniere italiano che ospita il comando tattico della missione Aspides. Come ha spiegato ieri il capitano di vascello Andrea Quondamatteo, comandante di nave Duilio, il drone manovrato dai miliziani Houthi puntava dritto sulla nostra unità. «Il profilo - ha detto il comandante spiegando la dinamica dell`attacco - era minaccioso e, a seguito di riconoscimento ottico attraverso i sensori di bordo, di un drone della stessa tipologia e comportamento di quelli che nei giorni scorsi si sono resi autori degli attacchi al traffico mercantile in area. Nave Duilio ha reagito per autodifesa».

Dunque poche chiacchiere. In quella situazione il fatto che la partecipazione ad Aspides non fosse stata ancora votata dal nostro Parlamento era assolutamente irrilevante. La questione fondamentale era un`altra. Il cacciatorpediniere Caio Duilio si trovava sotto attacco e per difendersi poteva soltanto intercettare e abbattere la minaccia aprendo il fuoco con i cannoni di bordo. Senza quell`irrinunciabile atto di difesa il comandante avrebbe messo a rischio l`incolumità del proprio equipaggio. Del resto il Caio Duilio opera nel Mar Rosso sin dall`8 febbraio, quando ha sostituito la fregata Martinengo chiamata a partecipare alla missione anti pirateria Atlantide. Cioè da prima di quel 19 febbraio in cui l`Unione Europea ha dato il via libera alla missione Aspides. E, come qualsiasi nave militare, non deve attendere di far parte di una specifica missione per difendersi e rispondere ad un attacco.

Del resto il battesimo del fuoco di nave Duilio è stato preceduto da quello della fregata tedesca Hessen che il 27 febbraio ha abbattuto due droni «houthi» utilizzando i cannoni e i missili di bordo. Dunque insinuare, come già fatto da Repubblica, che il ritardo del governo italiano nel sottoporre al Parlamento la ratifica della missione ne causi il blocco è assolutamente pretestuoso. In attesa del voto di Camera e Senato il cacciatorpediniere italiano e le altre navi europee inserite in Aspides esercitano il loro mandato semplicemente ricorrendo al diritto all`autodifesa.

Ma a chi sfrutta ogni occasione per puntare il dito sul nostro esecutivo va anche ricordato che senza l`impegno e la determinazione con cui, nelle scorse settimane, il ministro degli esteri Antonio Tajani ha sostenuto la necessità di Aspides in Consiglio Ue, la missione europea non avrebbe mai visto la luce. Un impegno e una determinazione obbligati visto che gli attacchi dei miliziani houthi rappresentano - come sottolinea il ministro della Difesa Guido Crosetto - «una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alla sicurezza dei traffici marittimi da cui dipende la nostra economia».

Ma senza l`impegno del nostro governo nessuno in Europa si sarebbe mai preso la briga di muovere una sola nave.

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