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Il governo assicura: "I costi del ponte sullo stretto non saliranno"

Il sottosegretario Rixi: «Il prezzo è 13,5 miliardi». Salvini: «Lo faremo con l’acciaio Ilva»

Il governo assicura: "I costi del ponte sullo stretto non saliranno"

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Il dl Ponte di Messina è stato approvato in commissione e oggi, 9 maggio, sarà in Aula a Montecitorio. Le opposizioni, storicamente contrarie alle grandi opere, avvelenano come al solito il clima politico. Il governo ha replicato alle lamentele di Pd e M5s circa il pericolo di un aumento dei costi spiegando che saranno evitati aumenti dei prezzi. Il sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi ha precisato che l’opera conferma i costi già stimati dal Def di 13,5 miliardi di euro (8,5 miliardi la stima del 2011). Il progetto resta lo stesso di 12 anni fa, ma viene aggiornato, «i materiali nel tempo sono cambiati». L’emendamento riformulato effettivamente fissa il costo complessivo dell’opera «nel limite massimo» dell’importo indicato nel Def, ma puntualizza che la rideterminazione del prezzo viene fatta «escludendo gli oneri finanziari funzionali alla remunerazione dei capitali apportati dall’investitore privato» e gli «oneri funzionali all’adeguamento del progetto esecutivo» a delle prescrizioni fissate dal decreto, come la normativa sulla sicurezza o la compatibilità ambientale. Secondo Alleanza Verdi-Sinistra (formazione i cui esponenti ai tempi dei governi Prodi e Conte II bloccarono il progetto), si tratta di un «vero e proprio regalo» al consorzio Eurolink (capeggiato da WeBuild).


L’emendamento lega il riconoscimento dell’aggiornamento dei prezzi parametrato a quelli degli anni 2022-2023 alla data di approvazione dell’opera da parte del Cipess, ha fatto notare il Pd. «Se i tempi dovessero allungarsi, c’è il rischio che il prezzo aumenti, ma Rixi ha rassicurato. Le modifiche «evitano extraprofitti» e tutelano lo Stato garantendo «tempi e costi congrui».
Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha dichiarato che l’opera «sarà fondamentale per tutto il Sud, per l’Italia e per l’Europa», evidenziando come l’acciaio dell’Ilva possa essere utilizzato proprio per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Da registrare il disfattismo della Fiom-Cgil secondo cui la produzione dello stabilimento di Taranto sarebbe insufficiente a garantire le forniture necessarie. Motivo in più per riavviare l’impianto a pieno regime.


«Il governo - con l’apporto determinante di Forza Italia - punta sulle infrastrutture e con questa grande opera vuole scrivere una pagina storica», ha commentato il sottosegretario Matilde Siracusano, fiduciosa in un rapido passaggio alla Camera.

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