
Aumentare la vigilanza antimafia sul Ponte, senza cedimenti. È quello che chiedono sia il Quirinale sia l'esecutivo, seppur con strategie diverse. La parte del dl Infrastrutture che prevedeva i controlli antimafia accentrati presso la struttura di prevenzione del Viminale diretta dal prefetto Paolo Canaparo, che già si occupa dei cantieri di Olimpiadi e post terremoto, è stata tolta dal testo approvato mercoledì, su richiesta del Colle come è trapelato l'altra sera. «Non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale ma è apparsa invece poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri» precisa l'ufficio stampa dopo alcune imprecisioni nelle ricostruzioni di stampa.
Distinguo condivisibili anche nella sostanza, dato che «la legislazione in vigore ha norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina», mentre la proposta per accentrare la competenza al solo ministero dell'Interno «autorizza anche a derogare al Codice antimafia, non consentito dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale» e sarebbe un «indebolimento della legge», precisa il Colle. «Non ho letto i rilievi, auspico che i controlli antimafia siano approfonditi, puntuali ed efficaci come sempre, fatti dal ministero dell'Interno tramite le prefetture o insieme al Viminale», precisa il ministro Matteo Piantedosi uscendo dal Senato, dopo il question time.
La procedura speciale adottata in casi di emergenza o eventi speciali come terremoti o le Olimpiadi che accentra le competenze al Viminale era stata decisa «per garantire legalità e trasparenza, di concerto con Piantedosi, il ministro Matteo Salvini e l'apporto dei ministeri dell'Economia, della Difesa e della Giustizia», dicono fonti del Mit, mentre la Lega fa sapere che in Parlamento verrà rimesso l'articolo espunto per mettere «al massimo le garanzie antimafia», con il leader del Carroccio convinto di «aprire i cantieri e cominciare con gli espropri già questa estate».
Le polemiche sulla mafia scoppiano alla vigilia dell'anniversario della Strage di Capaci del 23 maggio 1992, dove persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e i poliziotti Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, la cui ricostruzione è oggetto delle indagini di Caltanissetta, mentre la Direzione nazionale antimafia è lacerata dall'indagine nissena sull'ex numero due Michele Prestipino, accusato di aver rivelato segreti d'indagine ai vertici del consorzio Eurolink che costruirà il Ponte assieme a Webuild (il presidente Gianni De Gennaro e il consulente Francesco Gratteri, entrambi ex prefetti) alcuni segreti relativi a quattro indagini sulle infiltrazioni. Segno che la magistratura si è già mossa per impedire che la mafia possa mettere le mani sui cantieri.
Da qui il rischio di un conflitto di competenze tra le Procure e il Viminale che farebbe il gioco dei boss e potrebbe rallentare la grande opera anziché «centralizzare e velocizzare» la sua realizzazione. Altro che «un abbassamento della guardia, come lamentano le opposizioni: «Assolutamente, ci mancherebbe altro», replica Piantedosi.
Ma il Pd affonda il colpo: «Salvini vuol fare antimafia a modo suo e attacca il Colle, Giorgia Meloni intervenga», dice Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera. «Salvini va fermato», tuona Angelo Bonelli di Avs mentre per il senatore M5s Pietro Lorefice «sulla legalità non esistono scorciatoie».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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