Scuola, pene più severe per chi aggredisce i prof

Passa la legge della Lega per tutelare il personale scolastico dopo l'escalation di casi. I progetti contro il disagio giovanile

Scuola, pene più severe per chi aggredisce i prof
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Pene più severe per chi alza un dito su professori, dirigenti e personale Ata. Ma anche un Osservatorio nazionale sulla sicurezza nelle scuole e una Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico che verrà celebrata ogni 15 dicembre.

Il Senato ieri ha dato il via libera alla legge contro le violenze nelle scuole. Ed esultano Roberto Marti, presidente della commissione Cultura e Istruzione a Palazzo Madama, e Rossano Sasso, primo firmatario della proposta di legge, entrambi Lega. «Oggi scriviamo una bella pagina di storia per la scuola - dichiarano - Restituiamo rispetto e dignità ai professori e alle istituzioni scolastiche, perché chi tocca un insegnante tocca lo Stato».

E in effetti era necessario accendere i riflettori sul fenomeno, vista l'escalation delle aggressioni nelle scuole. È ancora ben impresso nella memoria il grave episodio avvenuto nell'ottobre 2022 a Rovigo, dove una professoressa era stata colpita alla testa da pallini di gomma sparati da alcuni studenti poi «premiati» con un nove in condotta. Oppure la vicenda dello scorso maggio ad Abbiategrasso, quando un ragazzo aveva pugnalato una sua insegnante per avergli dato quattro note.

E quest'anno la situazione è peggiorata. Tra le altre aggressioni, ricordiamo l'accoltellamento di una docente a Varese da parte di uno studente, poi, a Reggio Calabria, l'aggressione di un professore delle medie da parte del padre di un alunno ammonito per il suo comportamento in classe. Oppure un padre, che a Cagliari, ha colpito con una testata il volto l'insegnante che aveva rimproverato il figlio perché chiacchierava durante la lezione. Uno stillicidio di violenza gratuita, con 28 aggressioni dall'inizio dell'anno scolastico. Praticamente, una alla settimana. Una crescita esponenziale se si pensa che nel 2022-2023 si sono contati 36 in tutto.

E lo stesso ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ammette che i casi di violenza verso gli insegnanti ormai sono, in media, cinque al mese.

Inaccettabile. Così si parte con il pugno duro sulle conseguenze penali. Vengono modificati gli articoli 336 e 341-bis del codice penale e scatta un inasprimento di pena per chi «esercita violenza, minaccia o offende l'intero personale della scuola». In pratica gli attuali cinque anni per aggressione diventano sette anni e mezzo, per l'oltraggio si passa da tre a quattro anni e mezzo.

Ma il deterrente penale non basta. Dev'essere l'ultima spiaggia in una società in cui è necessaria prevenzione e studio del fenomeno. Per questo nasce anche l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale con il compito di segnalare casi di violenza, proporre progetti contro il disagio giovanile, organizzare corsi di formazione per gli insegnanti e redigere report annuali sul fenomeno.

La legge istituisce anche la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico da celebrarsi ogni anno il 15 dicembre. Ma per la sinistra tutto questo non basta e parla di «stretta securitaria» che non risolve nulla ed è solo una scorciatoia per affrontare il problema.

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