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Il Parma cambia padrone e congela Gilardino

Ci siamo. Il Parma calcio sta per cambiare proprietà. E dal gruppo Parmalat sta per finire a una cordata anglo-svizzera già presente nel mondo dei motori. È questo uno dei pochi indizi emersi nelle ultime ore sull’identità dei nuovi azionisti del Parma-calcio destinato a cambiare ufficialmente proprietà martedì prossimo 28 giugno. La trattativa, condotta in modo esclusivo e col solito grande riserbo dal commissario Enrico Bondi, è giunta alla fase dei dettagli contrattuali subito dopo la felice conclusione dello spareggio salvezza. L’accordo di massima, anzi, fu raggiunto tra l’andata e il ritorno: considerato il valore economico dell’operazione fu per questo motivo che da Collecchio giunse a Carmignani, al suo staff e alla squadra del Parma, la promessa di un ricco premio-salvezza nel caso di successo a Bologna. Altro particolare: il nuovo gruppo ha già pronto un suo management cui affidare la gestione. E Luca Baraldi, ieri ha formalizzato le proprie dimissioni da dg «per motivi strettamente personali». Smentito l’interessamento dell’azienda di abbigliamento sportivo Champions.
La prima mossa del nuovo Parma calcio, ereditato senza un solo euro di debiti (grazie a quella famosa legge della quale si lamenta pubblicamente Gazzoni Frascara, patron del Bologna) è stata quella di far sapere a Bondi che la società deve passare di mano senza alcuna sostanziale modifica dell’attuale rosa dei giocatori. Questo diktat significa che tutte le operazioni di calcio-mercato sono congelate e che sarà il nuovo azionista a firmare la cessione di Alberto Gilardino, centravanti, il quale si è promesso già al Milan. Da via Turati, il commento è glaciale: «Per noi non cambia granché». E tirano dritto. Alla buona notizia per il Parma fa da contraltare la cattiva dell’Atalanta, società inquisita dal pm Mauro Clerici per falso in bilancio (iscritti nel registro degli indagati amministratori e componenti del collegio sindacale tra il 2003 e il 2004). Ruggeri proclama la massima trasparenza.

«Non abbiamo nemmeno utilizzato il decreto spalmadebiti» la precisazione.

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