da Milano
Spunta una lista alternativa a quella di Enrico Bondi per la prossima assemblea di Parmalat in calendario il 7 novembre: è quella del Credit Suisse First Boston. Listituto avrebbe rotto il fronte degli istituti stranieri, riuniti a Londra laltro ieri, annunciando di volere scendere in campo per conto proprio.
Una decisione accolta con qualche polemica dalle altre banche internazionali (al vertice erano presenti tutte quelle coinvolte nella vicenda, da Deutsche Bank a Bank of America). Il Credit Suisse tra laltro, consapevole delle forze in campo, ambirebbe a un semplice ruolo di minoranza. Non a caso la lista sarebbe composta solo da tre nomi. E proprio questa sarebbe la critica degli altri istituti: di fatto la mossa di Csfb finirebbe per favorire Bondi assicurandogli una comoda maggioranza in consiglio.
Le liste dei candidati al consiglio di amministrazione di Parmalat vanno depositate nella sede di Parmalat e pubblicate su due quotidiani nazionali e il Financial Times almeno cinque giorni prima dellassemblea. Resterebbe dunque ancora qualche giorno. A mettere fretta a tutti sono stati i tempi richiesti dal Financial Times per la pubblicazione. Quella di ieri dovrebbe essere stata dunque la giornata decisiva. Nella lista del commissario Bondi figurano, secondo indiscrezioni, alcuni nomi di spicco.
Oltre a Raffaele Picella, presidente di Parmalat Spa, tra i consiglieri indipendenti sono stati proposti, secondo lagenzia Radiocor, Vittorio Mincato (ex Eni), Marco De Benedetti (ex Telecom), Andrea Guerra (Luxottica), Carlo Secchi e Ferdinando Superti Furga. La lista è promossa dalla banca daffari Lehman e da alcuni fondi .
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