
Con la sua XIX edizione, Zelbio Cult si conferma uno degli appuntamenti culturali più originali e longevi dell'estate italiana. "Sull'altro ramo del lago di Como", un piccolo teatro a 800 metri di quota nel cuore delle montagne tra lago e cielo, accoglie per otto serate, fino al 23 agosto, voci d'autore capaci di raccontare il nostro tempo attraverso la letteratura, la musica, il teatro, la geopolitica e i nuovi media. A ideare e curare la rassegna è ancora una volta Armando Besio, giornalista e critico, la cui visione ha trasformato una piccola iniziativa locale in un laboratorio culturale di respiro nazionale. "Zelbio Cult è un festival senza retorica, senza passerelle; nasce 19 anni fa da una chiacchierata estiva con gli amici con una scommessa: cultura di qualità per un pubblico popolare. Invito persone interessanti che raccontano storie interessanti in un parterre eclettico che corrisponde alla mia curiosità di vecchio cronista. Zelbio Cult è un cartellone fatto di incontri veri, dentro un teatro di montagna, con un pubblico che ascolta e partecipa" racconta Besio, che da diciannove anni costruisce il programma con rigore e apertura, mescolando generi, autori affermati e nuove proposte. Dopo l'apertura con lo spettacolo teatrale La scomparsa di Elettra di Nicola Russo e i successivi appuntamenti con il violoncellista Lamberto Curtoni (18 luglio), la giornalista Marta Perego (26 luglio) e il fotografo Piergiorgio Casotti (1 agosto), il festival entra ora nel vivo con uno degli eventi più attesi: domani, la scrittrice italoamericana Ben Pastor (in foto) presenta il suo nuovo romanzo La fossa dei lupi o come proseguono i Promessi Sposi (Mondadori). Un titolo audace, che prende le mosse dall'universo manzoniano per trasformarlo in un giallo storico ambientato nella Lombardia del Seicento. Dopo la misteriosa morte dell'Innominato, la trama si sviluppa come un'indagine tra finzione e documentazione storica, mescolando sapientemente il fascino del romanzo d'appendice con la solidità dell'analisi letteraria. Ben Pastor è specialista in gialli storici, famosa per la serie blu Sellerio con l'investigatore Martin Bora, ufficiale tedesco Wehrmacht. Con questo appuntamento, Zelbio Cult continua a proporre autori che sanno sorprendere, incuriosire e riflettere sul rapporto tra storia e immaginazione. La scelta della italoamericana Pastor non è casuale: il festival ha sempre avuto un occhio attento al romanzo d'indagine come strumento per leggere la realtà, e la sua presenza consolida il dialogo fra cultura alta e popolare che è nel DNA della rassegna. Domenica scorsa, grazie alla collaborazione con il Festival di Bellagio e del Lago di Como, si era tenuto il tradizionale concerto nella Chiesa di San Paolo Converso, con il Maestro Marco Zoni, Primo Flauto del Teatro alla Scala, accompagnato dall'ensemble Zephyrus. Ancora due appuntamenti attendono il pubblico zelbiese: il 16 agosto, la scrittrice Rosa Matteucci, voce inconfondibile della narrativa italiana contemporanea, presenta Cartagloria (Adelphi), un memoir intimo e spirituale tra l'India e i Pirenei. "Fuoriclasse della scrittura, Matteucci è ossessionata dalla ricerca di Dio; stile gaddiano, scrive con un'alternanza continua tra registri comico e drammatico" commenta Besio.
A chiudere la rassegna, sabato 23 agosto, sarà il giornalista e fisico Enrico Pedemonte, con una riflessione sul nostro rapporto con la tecnologia e le piattaforme digitali, nel saggio La fattoria degli umani (Treccani).
A rendere unico Zelbio Cult è proprio la cura con cui Armando Besio costruisce un percorso narrativo che, di volta in volta, attraversa temi urgenti e universali: il lavoro, la memoria, la spiritualità, il potere della parola e dell'immagine.