La parolaccia che svelò la talpa del Kgb

Il cacciatore di spie lavorava per il nemico. L’agente speciale a cui l’Fbi aveva affidato il compito di controllare gli uomini del Kgb negli Usa si era venduto a Mosca. Un tradimento durato 15 anni, nonostante la fine della guerra fredda, la morte dell’Unione Sovietica, l’avvento della Russia e la scomparsa dei «vecchi» servizi. Lo scoprirono il 20 febbraio 2001. Lo arrestarono. Quel giorno Robert Philip Hanssen aveva 56 anni, 27 dei quali spesi nell’Fbi a raccontare bugie all’America e verità scomode a Mosca. Furono quelle a tradirlo: l’Fbi lo incastrò di domenica, quando aveva appena abbandonato un pacco di documenti in un parco in Virginia. Doveva ritirarli la controparte russa, in cambio di 50mila dollari in contanti. La storia di Hanssen è stato un colpo enorme per l’America. Una disfatta che sarà raccontata in un film. Breach, il titolo. Il ruolo dell’agente traditore sarà interpretato da Chris Cooper, premio Oscar nel 2003 come attore non protagonista per Adaptation e di recente tra i protagonisti di un altro film lanciato verso gli Academy Award, Capote.
Le riprese sono in corso a Toronto, prima di spostarsi a Washington per filmare i luoghi dove Hanssen ha vissuto per anni la propria doppia vita: il quartier generale dell’Fbi e la villetta nei sobborghi dove l’agente era conosciuto solo come un tranquillo e insospettabile padre di famiglia. Il film mostrerà anche i parchi pubblici e i boschetti dove Hanssen lasciava i propri messaggi prima agli uomini del Kgb e poi ai successori del servizio segreto dell’epoca sovietica. E le informazioni furono tante, perché nel corso degli anni Hanssen avrebbe guadagnato dai russi 1,4 milioni di dollari (circa 3 miliardi di lire), pagati in parte in diamanti. Hanssen era riuscito a creare un personaggio da libro di Le Carré, una spia perfetta. All’Fbi era uno degli uomini-chiave del controspionaggio. Fornì al Cremlino informazioni devastanti per lo spionaggio Usa, compresa l’identità della miglior talpa collocata da Washington nel Kgb (il generale Dimitri Polyakov, subito messo a morte dai russi). A tradirlo fu una parolaccia.

Un agente del Kgb passò dei documenti all’Fbi dietro una ricompensa di sette milioni di dollari e la garanzia di vivere felice e protetto negli Usa. In quei documenti si parlava di una talpa, ma non c’era alcun nome. C’erano però dei verbali, e in quei verbali una parola ripetuta spesso. Era la parolaccia preferita di Hanssen.

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