Parolisi fa la consegna del silenzio

Il caporalmaggiore Parolisi sceglie la consegna del silenzio. Si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte ai pm della Procura di Ascoli Piceno, È apparso tranquillo, ed è sempre rimasto in silenzio.
Gli inquirenti, che indagano da due mesi sulla morte di Melania, gli hanno prospettato tutti gli indizi che li hanno convinti della sua responsabilità nel delitto: a partire dai due fatti principali, sostenuti da decine di testimonianze. Il 18 aprile Melania non è mai stata a Colle San Marco, dove Parolisi sostiene invece sia misteriosamente sparita mentre andava alla toilette del ristorante Il Cacciatore, e il caporalmaggiore è arrivato sul pianoro solo alle 15:30, e non alle 14:20, come ha sempre sostenuto.
Ora per gli inquirenti si apre una breve fase di riflessione: la prossima settimana verrà depositata la relazione finale sull’autopsia della vittima condotta dal medico Adriano Tagliabracci. Se, come sembra, il perito confermerà che la donna è stata uccisa nel bosco del Teramano dove è stata ritrovata cadavere il 20 aprile, la competenza dell’inchiesta dovrebbe passare alla procura di Teramo ora che è indagato per l'omicidio della moglie Melania Rea.
«Siamo molto delusi, iniziamo ad avere qualche sospetto su Salvatore»: così commenta al telefono con «TMNews», Michele Rea, fratello della vittima. «Siamo molto delusi, iniziamo ad avere qualche sospetto su di lui», spiega amaro. «Penso che Salvatore - commenta Michele Rea, fratello di Melania - non abbia fatto una scelta saggia, purtroppo.


È un suo diritto quello di avvalersi della facoltà di non rispondere ma così facendo non ha aiutato a trovare l’assassino di sua moglie, non ha collaborato, così come invece ha sempre detto di voler fare».
«Non so ancora cosa pensare - continua Michele Rea - ma a questo punto tutti in famiglia iniziamo a sospettare di Salvatore, è inutile nascondersi: se si è in buona fede e non si ha nulla da temere, si parla».

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