Pronti, via. Parte, con il prossimo weekend, un mese di frenetico shopping natalizio, il periodo magico in cui gli italiani si riscoprono insospettabilmente ricchi e spendaccioni. In quattro settimane e mezzo, per i regali da mettere sotto l'albero, uscirano infatti dalle nostre tasche la bellezza di 430 euro a famiglia, il 16 per cento in più rispetto alla media europea, 370 euro.
Questo almeno è quanto emerge dall'indagine «Xmas Survey 2010" di Deloitte. Italiani brava gente, soprattutto molto generosi e con le braccia meno corte degli altri europei, anche in un periodo di crisi. Dunque si spende e si spende prima. Come è accaduto negli Stati Uniti con il black friday, che tradizionalmente inaugura lo shopping natalizio, pure in Italia sono in molti ad acquistare i regali di Natale in anticipo per avvantaggiasi dei prezzi piu' convenienti o per non dovere affrontare le lunghe file che caratterizzano il momento clou. Secondo la ricerca, quasi tre italiani su quattro (72 per cento) spenderanno per i doni come o più dello scorso anno, anche se complessivamente si registra una riduzione di spesa del 3,8 per cento. E accanto ai tradizionali luoghi di consumo, hanno grande successo i mercatini del fine settimana che garantiscono spesso la possibilità di trovare prodotti ad «originalità garantita».
La spinta verso regali utili, sottolinea la Coldiretti, premia l'enogastronomia «anche per l'affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola che si esprime con la preparazione fai-da-te di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio». Gli italiani acquisteranno infatti per Natale due miliardi di euro di prodotti alimentari tipici. Gli esperti consigliano di privilegiare i generi venduti direttamente in azienda. Un tipo di regalo verde, che aiuta l'ambiente, perché si tratta di cibi che non devono percorrere grandi distanze prima di essere consumati, evitando così l'inquinamento determinato dai lunghi trasporti. Un dono a «chilometri zero», che consente di evitare l'emissione di gas ad effetto serra che favoriscono i cambiamenti climatici.
Del resto la scelta non manca. Nel nostro Paese si trova un terzo di tutte le imprese biologiche europee e un quarto della superficie «bio» dell'Unione, cioè più di un milione di ettari.
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