«Alla luce di quanto sta succedendo nel nostro Paese, parlare di educazione alla legalità è un modo per misurarsi con una necessità culturale, socio-economica ed etica, che interessa tutte le realtà più importanti della vita di ogni singolo cittadino». È chiaro il monito lanciato da Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia, dalle pagine di Dossier. «Educare alla legalità - spiega - significa contrastare ogni fenomeno illegale che mina la libertà dell'individuo e una realtà distorta che ha generato una cultura negativa fatta di problemi sociali e di sottosviluppo».
Secondo Montante, la vera azione di contrasto deve nascere dal sistema educativo oltreché produttivo, «perché i due mezzi di contrasto più forti, oltre a quello della repressione, sono la rivoluzione culturale e lo sviluppo economico. La legalità diventa realtà vivente e funziona solo se alla base ha la consapevolezza delle persone e se le élite responsabili ne avvertono la necessità e la presenza». Fondamentale, per il presidente degli industriali siciliani, la selezione delle nuove classi dirigenti «perché è indubbio che le aziende, quelle private così come le istituzioni pubbliche, funzionano in base a chi le dirige o le rappresenta. Solo così, gli stakeholder dei mercati internazionali e quelli dell'opinione pubblica e politica mondiale investiranno, in termini di consenso e fiducia, sulle nuove leve dirigenziali, gli riconosceranno il grande punto di forza che è il know how della cultura e della legalità. Il più alto livello di cultura alla legalità rappresenterebbe il più alto livello di sviluppo economico.
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