Partiti straricchi

Incassano 289 milioni l’anno: i francesi 73, gli inglesi 12. E in Parlamento giacciono 39 proposte-fuffa per cambiare i rimborsi

Le colpe della Lega ricadranno su tutti i partiti. Che, in questo mo­mento di terremoti padani, temo­no sismi in casa loro per gli stessi motivi che hanno indotto i Bossi, Umberto e Renzo, ad abbandonare la cadrega: come vengono utilizzati i rimborsi elettorali, for­mula lessicalmente gentile che ha sostitui­to (in modo truffaldino) i vecchi e diffamati finanziamenti pubblici? È arcinoto che solo un terzo delle ingenti somme serve per pa­gare spese autentiche (gestionali, stampa e propaganda eccetera). Due terzi se ne van­no chissà in quali tasche e senza lo straccio di una giustificazione.

Nelle stanze del Carroccio è stata aperta una breccia e la magistratura ci si è infilata scoprendo altari e altarini. Potrebbe essere l’inizio di un repulisti in varie segreterie so­spette. E, immaginiamo, sarebbero guai. Perché se è vero che i leghisti hanno dera­gliato e si sono rivelati meno onesti di quan­to volessero far credere, è altrettanto vero che altri partiti (ex Margherita e Luigi Lusi insegnano) hanno bilanci poco o punto con­­trollati, in cui si può celare qualsiasi nefan­dezza. In ogni caso, i leader politici tremano e cercano di correre ai ripari per scongiura­re il rischio di scandali che peggiorerebbero la reputazione già pessima del sistema. Non ci riferiamo soltanto ai sondaggi cir­colanti, secondo i quali la fascia di cittadini che ha ancora fiducia nei professionisti della politica è ai minimi storici (fra il 4 e il 6 per cento), ma anche all’amministrazione allegra dei fondi ri­cevuti dallo Stato. Questo è un punto as­sai delicato. Bastano alcune cifre italia­ne, paragonate a quelle incassate per le stesse ragioni politiche in altri Paesi, a far venire i brividi al lettore. Limitiamoci alla contabilità del 2010. I nostri partiti hanno incamerato complessivamente la bellezza di 295 milioni di euro. Quelli tedeschi 125. Quelli francesi 73. Quelli spagnoli 75. Quelli inglesi 12. Non sap­piamo se ci siamo spiegati. Rileggete la classifica milionaria e, se la rabbia non vi avrà accecato, non perdetevi il resto dell’articolo.

Infatti, c’è un ulteriore dato sconcer­tante. Entro l’estate i signori del Palazzo, che poi si stupiscono perché monta l’an­­tipolitica, incasseranno altri 200 milioni di euro. Così, tanto per gradire. Qualcu­no, provvisto di un minimo senso del pu­dore, si è accorto che non esiste ragione al mondo per cui una simile montagna di denaro venga elargita senza che vi sia l’obbligo di rendicontazione da parte di chi la percepisce. E allora si è premurato di presentare proposte di legge per disci­plinare la materia e renderla digeribile. Il numero di tali proposte è elevato: 39 , delle quali 19 dormono alla Camera dei deputati e 20 al Senato. Il sonno dura dall’avvio della legislatura ossia quattro anni circa. Ci siamo tolti lo sfizio di verifi­care i­l contenuto di ciascuna di esse e ab­biamo scoperto che nessuna, sottoline­iamo nessuna, suggerisce di ridurre la quantità abnorme di milioni che ora co­­stituisce il montepremi per i partiti. Un problema, quello della smodata copiosi­tà dei rimborsi, che i parlamentari firma­ta­ri dei provvedimenti non si sono nem­meno posti. Incoscienza o sfacciataggi­ne? Entrambe le cose, probabilmente. Forse c’è anche una dose di ignoranza.

Nell’eventualità,li invitiamo a prendere atto della classifica europea sopra ripor­tata, dalla quale si evince che la politica italiana primeggia solamente in un cam­po: quello dei quattrini pubblici divorati in cambio della più assoluta inefficien­za. Su come siano impiegati tanti soldi, attendiamo lumi, possibilmente prima che la magistratura accenda la luce e mo­stri la vergogna di chi non ne ha.

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