Il partito del «Giornale» e la mamma dei cretini

Caro direttore, quando mi viene posta la domanda: «A quale partito appartiene?», rispondo, di solito, che il mio orientamento politico è inquadrabile nel Giornale nuovo o in quello che pensa e scrive il suo direttore (che sinceramente invidio per l'acume politico, l'arguzia, l'ironia e la conoscenza della lingua italiana). Oggi parlando con un amico (di recente acquisizione) che stimo e che ritengo intelligente e preparato (per essere insegnante universitario e giornalista del Giorno) mi sento dire: «Perché, secondo te, il Giornale nuovo è un giornale?». E si spiega facendo questo esempio: «Nel caso uno straniero legga i seguenti giornali: il Corriere della sera, La Stampa, La Repubblica o Paese sera, ha subito il quadro della situazione italiana.

Il Giornale nuovo non offrirebbe questa possibilità esprimendo il pensiero di un gruppo». Il fatto non mi preoccupa né mi convince. Però le chiedo: perché anche la gente «non cretina» (per definizione) si esprime così? Bluffa sapendo di bluffare? O è... cretina? P. V. Gnocchini - Ancona

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