Il parto? Indolore e solo nelle cliniche più grandi

In Lombardia chiuderanno otto punti nascita su 75. È l’effetto della riforma della sanità del ministro Ferruccio Fazio, che eliminerà tutti i centri dove vengono effettuati meno di 500 parti all’anno. La chiusura, ovviamente, non sarà immediata ma gode già del via libera dei ginecologi e dei medici del settore

In Lombardia chiuderanno otto punti nascita su 75. È l’effetto della riforma della sanità del ministro Ferruccio Fazio, che eliminerà tutti i centri dove vengono effettuati meno di 500 parti all’anno. La chiusura, ovviamente, non sarà immediata ma gode già del via libera dei ginecologi e dei medici del settore, che dal convegno in corso a Milano dettano le linee guida della nuova maternità. Non si parla solo di accorpamenti per rendere il parto sempre più sicuro, ma si sta anche valutando la possibilità di estendere l’epidurale a tutte le donne per evitare sofferenze inutili. «Le italiane devono poter partorire senza dolore ma oggi questo è possibile solo per il 16%. In Gran Bretagna e in Francia la utilizza il 70% delle partorienti, il 90% negli Usa - spiega Nicola Natale, primario dell’azienda ospedaliera Manzoni di Lecco e co-presidente del congresso dei ginecologi -. È una chiara discriminazione per le nostre pazienti.

L’obiettivo è che tutti gli ospedali offrano modalità efficaci per alleviare il dolore, considerando che esistono anche altre forme di controllo, come ad esempio l’agopuntura sperimentata con successo a Lecco». E il nesso fra epidurale e cesarei è evidente.
Nei punti nascita sotto i 500, avviene con questa modalità il 50,1% dei parti. Oggi al congresso si terrà una tavola rotonda aperta a tutti i cittadini.

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