da Milano
Più pungenti della Gialappas band, più spietati di Borghezio dal palco di un qualsiasi raduno leghista. Lironia e gli sfottò durante la partita Italia-Romania corrono sulle frequenze di Radio Padania Libera. Ma, precisa lonorevole Matteo Salvini ai microfoni con Stefano Sala, «non bisogna fare di tutta lerba un fascio». Come dire, ascoltateci, divertitevi, e non fate caso a qualche battutina un po politically scorrect. A partire dalla squadra da tifare: Italia o Romania poco importa, «tanto oggi il nostro inno è quello dellIrlanda». Riferimento, nemmeno tanto velato, al referendum irlandese che nel pomeriggio aveva bocciato il Trattato di Lisbona. E così la trasmissione inizia un minuto abbondante dopo il fischio dinizio «almeno così ci siamo persi gli inni nazionali: di sicuro cerano cose più importanti da fare».
Dopo il collegamento in chiaro ritardo, arriva anche lesordio disarmante: «Siamo alla ricerca di quegli ascoltatori a cui della partita non importa niente». Una ricerca di chi durante la partita dellItalia, «sta guidando un trattore nei campi, sta preparando la cassöela, o sta arrostendo delle caldarroste», che sarà il filo conduttore dellintera trasmissione. Come quellascoltatore che chiede «una partita della nazionale alle 18 di ogni giorno per risolvere il problema del traffico: per strada non cè una macchina».
Italiani o romeni, padani o rom, interisti o milanisti: tutti indistintamente finiscono nel mirino di Salvini & Co. Come Pirlo, bresciano di nascita ma con lontane origini rom, «fossero tutti come Pirlo i sinti che ci sono in Italia...», come il ct Donadoni che «sarà pure bergamasco, ma uno che va a votare alle primarie del Pd, anche se viene licenziato in tronco non ce ne può importare di meno...», o come larbitro norvegese Ovrebo «ecco, adesso vorrebbe tirare fuori il cartellino per ammonire un calciatore, ma gli hanno fregato pure quelli...». E mentre il palo della Romania riporta lattenzione sulla partita, «ma non so se dobbiamo essere tristi o felici», il romeno Codrea a terra dopo un contrasto di gioco stimola un pensierino sul dott. Pipitone: «Speriamo non lo portino alla clinica S. Rita».
Negli «eurodeliri» di Salvini, non mancano lipotesi «di boicottare il salmone norvegese», dopo lannullamento del gol di Toni, e un inno al dialetto milanese, vittima il difensore romeno Razvan Rat: «Vun che se ciama Rat (tradotto, uno che si chiama Rat, che in dialetto milanese significa topo), dovrebbe essere lidolo di ogni milanese».
Partono gli inni, ma cè la pubblicità «Tanto il nostro è quello irlandese»
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