Sergio Rame
Il sentimento del dolore, la pietà e il fondamentale tema dellemigrazione nella vita e nel mondo: attimi del vivere quotidiani e brandelli di poesia tenuti insieme da un esile filo. Un mistero che, al tempo stesso, spaventa e attrae. A un Giovanni Pascoli inedito, in cui traspaiono passione politica, tensione verso il sociale e appartenenza al movimento socialista, è dedicato lo spettacolo di Giuseppe Battiston e Renata Molinari, A quel cielo lontano (ore 21.45, ingresso 12 euro, presso lex Ospedale Paolo Pini.
In occasione della rassegna Da vicino nessuno è normale, il pubblico milanese è chiamato a rimodellare la figura che, per lunghi anni, ha avuto del Pascoli.
«Vorrei che pensaste con me che il mistero, nella vita, è grande e che il meglio che ci sia da fare è quello di stare stretti più che si possa agli altri, cui il medesimo mistero affanna e paura». Fa tornare indietro con la memoria. Ai bei tempi del liceo, quando ognuno di noi ha avuto a che fare con qualcuno che tentava di spiegare, di tradurre le parole, i sospiri e le angosce di un poeta che ha saputo far riscoprire il piacere delle cose più semplici viste con la sensibilità infantile che ciascun uomo porta dentro di sé. «Si cresce, almeno così è stato per me, con limmagine di un poeta tenero, cultore dei ricordi e dei valori più belli, come la natura, la famiglia o letà dellinnocenza, e allo stesso tempo lacerato e segnato dalla tragedia delluccisione del padre - spiega Battiston ripercorrendo il suo amore per il poeta romagnolo - ma esiste un altro Pascoli, che io non conoscevo e che Renata chiama il mio Pascoli, un Pascoli che guarda a quel cielo lontano e che appartiene agli accadimenti della vita, alla passione politica e a tutte quelle situazioni che traspaiono dalla produzione epistolare».
Leggendo le lettere lasciate dal Pascoli, Battiston e la Molinari puntano ad analizzare la componente politica del poeta ritrovando, nei suoi scritti, una forte tensione verso il sociale e una stretta appartenenza al movimento socialista prima, e ad un socialismo tutto personale poi, frutto di unanalisi molto profonda e, secondo gli autori, molto attuale.
Dentro al grande mistero che attrae e accomuna luomo, il Pascoli si fa portatore di una forte sensibilità che è, al tempo stesso, anche pietà per quelli che lui stesso definisce gli «orfani del mondo». Scritti che lasciano trasparire una forte umanità legata a quel senso di impotenza e umanissima tensione al mistero. Rassegnato alle sofferenze della vita, il Pascoli si convince che chi predominava è troppo forte per essere vinto.
A quel cielo lontano Ex Pini, rassegna
«Da vicino nessuno è perfetto», ore 21,45 ,
ingresso 12 euro
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.