Pasqua con i negozi chiusi: i genovesi restano senza pane

Pasqua con i negozi chiusi: i genovesi restano senza pane

(...) tra viale Brigata Bisagno, via Casaregis e a sud chiusa da via Cecchi, dove gli esercizi commerciali, cosiddetti di vicinato, sono tantissimi oltre trecento. «Non siamo riusciti a trovarne più di una decina che firmassero per tenere aperto, nonostante la vicinanza con Euroflora - spiega Andrea Dameri, direttore di Confesercenti Liguria -, così non c’erano i numeri per chiedere al Comune di firmare la deroga e quei pochi che volevano tenere aperto, come Europarfume, saranno chiusi». In questo caso comanda dunque la maggioranza, ma solo se decide di chiudere. In questo senso: se la deroga viene concessa e si pare chi ha firmato si impegna con la sottoscrizione ad aprire, contrariamente al vicino che non avendo firmato può anche tenere chiuso. Ma se tutti stanno chiusi uno solo non può aprire.
Alla fine, quindi, per guardare qualche vetrina e comprare qualcosa i turisti potranno rivolgersi soltanto dalle parti di via San Lorenzo e del Porto Antico, in particolare qui parliamo della Galleria commerciale sotto l’Acquario, che è sempre piuttosto affollata di visitatori. Anche la zona centrale di De Ferrari con il Civ Carlo Felice non ha chiesto alcuna deroga per tenere i negozi aperti.
Alla faccia dell’accoglienza turistica, dunque, Genova domani e lunedì non sarà all’altezza di città come Firenze, Roma, Venezia che in situazioni di particolare afflusso di visitatori non esitano a mettersi in moto per concludere qualche buon affare. «Il problema più rilevante, però potrebbe essere un altro - spiega Dameri, che ha deciso di fare di questo aspetto una battaglia da portare avanti per il prossimo anno -: la mattina di Pasqua i negozi di alimentari saranno chiusi. Il regolamento del commercio che abbiamo sottoscritto con le associazioni sindacali e con il Comune non prevede l’apertura come invece avviene normalmente per la mattina di Natale. Al contrario, da ogni parte della città ci chiamano nostri associati che vorrebbero poter lavorare, come le rosticcerie che la mattina di Pasqua effettuerebbero un servizio importante, ma che dovranno restare chiuse».
La decisione è stata sottoscritta sì dalle associazioni dei commercianti, ma su spinta delle associazioni sindacali del lavoratori, che sarebbero state irremovibili su questo punto.
Quindi per quest’anno niente pane fresco la mattina di Pasqua, mentre a Pasquetta che è il 25 aprile, non aprirà nemmeno la Coop. Oggi bisognerà ricordarsi di fare la spesa per tre giorni.


«Per il prossimo anno tenterò di fare una battaglia per evitare che si ripeta la situazione di quest’anno - spiega Dameri - e forse l’anno prossimo la mattina di Pasqua si potrà comprare un bel pranzetto in rosticceria».

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