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Pass falsi, presa la banda dei ghisa

Denunciati 16 vigili: vendevano i finti permessi per la sosta ai commercianti. La Moratti: «L’indagine interna è prova di grande efficienza e trasparenza»

Pass falsi, presa la banda dei ghisa

Vigili nell’occhio del ciclone. Per la seconda volta nel giro di due giorni. Dopo l’affaire delle mazzette per le licenze ai locali, che coinvolge dirigenti del Comune e il comandante stesso dei ghisa, Emiliano Bezzon, ora sono sedici gli agenti finiti nel mirino della Procura, grazie alla denuncia del Comune, per aver falsificato 128 pass per la sosta. Trenta i tagliandi e i veicoli sequestrati nella notte tra giovedì e venerdì, e 98 gli altri pass ritrovati a casa di un vigile. Le prove erano lì nell’abitazione di uno degli agenti denunciati, di cui 4 ufficiali, in bella mostra: un centinaio di tagliandi falsi, ma ancora in bianco, senza cioè i dati e la targhe dei veicoli cui sarebbero stati assegnati, e un kit per la contraffazione, con tanto di macchinetta plastificatrice.
Dall’altra parte della barricata una ventina di cittadini, per la maggior parte commercianti di zona 2 e 4 che avevano acquistato, a un prezzo variabile tra gli 80 i 150 euro, i 30 pass «taroccati». Sì perché taluni di loro ne possedevano alcuni: uno che agevolava il lavoro quotidiano, che consentiva cioè di parcheggiare anche in zone non consentite per le operazioni di carico e scarico, e l’altro, ovvero il tagliando che permette di posteggiare in tutte le strisce gialle e blu, veniva usato per il tempo libero. Sono stati proprio questi a insospettire i due comandanti Paolo Pizzero e Marina Melandri e a far scattare le indagini: si trattava infatti dei permessi, la cui durata era stata modificata da tre mesi a un anno, concessi dal Comune agli infermieri per l’assistenza domiciliare, e di quelli per le forze dell’ordine esposti ingenuamente su veicoli commerciali. I due comandanti hanno segnalato al comando di zona 2, lo stesso in cui appunto lavoravano i vigili corrotti, l’anomalia che è stata prontamente verificata. L’indagine, condotta dal vicecomandante della polizia locale Tullio Mastrangelo si è svolta nel giro di sole 24 ore: nella notte tra giovedì e venerdì, infatti, i vigili hanno rimosso i trenta veicoli con pass anomalo e contattato i proprietari. Poi sono stati chiamati, alcuni erano in vacanza, i vigili che avevano rilasciato i pass che sono stati interrogati nella notte. Ieri mattina Mastrangelo ha consegnato tutto il materiale, compresi i tagliandi sequestrati e il kit per la falsificazione, alla Procura che ha avviato le indagini. «È un’indagine interna per la quale ringrazio il vicecomandante Mastrangelo - ha detto il sindaco Moratti - che ha ricevuto la segnalazione e condotto questa operazione per avere i documenti necessari all’accertamento del reato. Abbiamo consegnato alla Procura tutto il materiale ricevendo i complimenti per l’operazione svolta. Per raggiungere questo risultato abbiamo lavorato tutta la notte dando prova di efficienza e di rapidità, ma soprattutto di coerenza con la politica di massima trasparenza di questa amministrazione».
Ancora da definire il giro di affari, che tra l’altro prevedeva un pagamento annuale della stessa somma per il rinnovo della validità. I 16 vigili denunciati per corruzione e falso in atto pubblico, non sono stati rimossi né sospesi dal loro incarico.

Un agente invece è accusato di abuso, perché nonostante fosse a conoscenza della situazione, «che andava avanti da parecchi anni» come sottolinea il vicesindaco De Corato non l’aveva mai denunciata. Per i commercianti invece l’accusa è di corruzione.

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