«Per recuperare occupazione e assorbire capacità produttiva oggi inutilizzata è necessario che leconomia cresca di più dello zero virgola che ad oggi si può prevedere». Dopo due anni di crisi economica, Corrado Passera non fa il «buonista» sulla crescita. Il monito dellamministratore delegato di Intesa Sanpaolo arriva in occasione della presentazione del secondo rapporto annuale sui distretti industriali, curato dallufficio studi della banca milanese guidato da Gregorio De Felice. Un quadro che registra la forte caduta dei fatturati e dei margini nel 2008, a fronte di una strenua difesa delle quote di mercato. E la ancor peggiore situazione attesa (non essendo ancora a consuntivo) per il 2009, con un fatturato delle imprese distrettuali in calo, mediamente, del 18,7%. Il tutto porta a concludere che, allalba del 2010, le iniziative da mettere in atto a livello di sistema non possono sottovalutare questa situazione.
E di certo non può bastare una crescita risicata come quella che si attende per fine anno (nellordine dell1%, quando va bene) perché del tutto inadeguata a far recuperare ricavi e occupazione persi nellultimo biennio. «È auspicabile - ha commentato Passera - che si faccia tutto il possibile per premiare le imprese che investono, che vanno alla conquista di nuovi mercati, che crescono dimensionalmente attraverso aggregazioni. Lallargamento temporale e dimensionale delle iniziative fiscali che premiano gli investimenti, la patrimonializzazione delle imprese e le fusioni tra aziende sarebbero misure a costo relativamente basso e con benefici molto importanti sia di breve che di medio periodo». Lo studio, che riguarda 56.100 bilanci dimpresa per un totale di 800 miliardi di ricavi, mostra con chiarezza che utilizzare i valori mediani perde sempre più di significato, troppe sono le differenze tra le diverse imprese per poter parlare in termini aggregati. Per esempio, è evidente il miglior andamento (in alcuni casi in piena controtendenza) delle imprese che: investono in ricerca e sviluppo; aumentano linternazionalizzazione; hanno più di 250 dipendenti.
Emergono comunque tre conclusioni di carattere generale, tre possibili tendenze in atto nei distretti a che fare con la crisi: il consolidamento dimensionale; le prime politiche di in-sourcing (il ritorno in Italia di processi produttivi); la ricerca di mercati lontani. Tendenze di cui si deve tenere conto se si vuole tutelare il tessuto strategico dei distretti italiani.
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