Politica

Patente, due punti di bonus ai più disciplinati

Enrico Artifoni

Buone notizie per gli automobilisti: il mese di luglio porterà infatti un bonus di 2 punti sulla patente di chi non ha commesso infrazioni mentre anche i conducenti che si sono visti decurtare punti solo per il fatto di essere intestatari di un’auto «incriminata», potranno contare su una sanatoria.
Entro la fine del mese, infatti, il consiglio dei ministri dovrà esaminare una serie di correzioni al codice della strada per aggiornare le norme previste con l’avvio della patente a punti. E con l’occasione, premiare quegli automobilisti che hanno dimostrato nei primi due anni di avvio della patente a punti, di aver acquisito un maggiore senso di responsabilità alla guida dell’auto. Quelli che il ministro Lunardi ha lodato ieri perché «negli ultimi due anni sono diminuiti i morti sulle strade».
Viene corretta, così, la legge che ha istituito la patente a punti. Così ha voluto la Consulta il 24 gennaio scorso, dichiaro incostituzionali alcuni articoli della nuova normativa sulla patente. La bozza del decreto prevede anche l’annullamento delle multe supplementari di 357 euro inflitte dal 4 febbraio in poi per tamponare gli effetti della sentenza. Per ottenere la restituzione dei punti persi basterà farne richiesta agli uffici di polizia. Ma non tutti potranno: chi nel frattempo ha esaurito il bonus ed è stato costretto a rifare gli esami per mantenere la patente dovrà metterci una pietra sopra. Non solo: resta da vedere se potrà essere richiesta anche la restituzione delle somme già pagate per le multe supplementari. Chi si è visto azzerare i punti ma non si è ancora sottoposto agli esami, invece, potrà farsi restituire la parte del bonus che gli era stata tolta a causa della mancata indicazione del trasgressore. Sempre che si riesca a ricostruire con certezza quanti punti sono andati persi in questo modo e quanti per infrazioni sicuramente commesse dall’interessato. Cosa su cui oggi non è in grado di scommettere nessuno.
Quanto al futuro, la normativa che sta per entrare in vigore ci riporterà sostanzialmente al passato. Già prima dell’entrata in vigore della patente a punti, infatti, molte infrazioni anche gravi al Codice della Strada si risolvevano nel semplice pagamento di una somma di denaro. Bastava che il trasgressore, colui che era al volante, non venisse identificato: il proprietario (che poteva anche essere il trasgressore medesimo) evitava di fare il nome e la patente era salva.

La bozza del decreto legge prevede comunque l’introduzione di una multa supplementare di 357 euro per chi non indicherà il nome del guidatore, ma la formulazione adottata è piuttosto vaga: dice soltanto che il proprietario «deve fornire» i dati «entro trenta giorni dalla richiesta», mentre in passato oltre questa scadenza era previsto chiaramente il raddoppio dell’importo della contravvenzione ricevuta.

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