Pato segna due gol e il Milan è in semifinale E l'Inter gode ai rigori

Il brasiliano determinante: segna due gol e il Milan va in semifinale. Ranocchia salva la distratta difesa dell'Inter e anche un gol sulla linea. I nerazzurri salvi ai rigori

Pato segna due gol 
e il Milan è in semifinale 
E l'Inter gode ai rigori

Pato fa boom boom e il Mi­lan guadagna la semifinale di coppa Italia (lo aspetta il Paler­mo di Pastore tra aprile e mag­gio). Il giovane bomber brasi­liano, chiamato da Allegri a dar prova del suo immenso ta­lento balistico, discusso in pa­tria come può succedere solo ai pelosi tifosi di casa nostra, impiega la bellezza di 5 minuti per stregare la Samp e metterla in ginocchio. Dapprima riceve un pallone da Thiago, sugli svi­luppi di un angolo, e col destro pesca l’angolo lontano di da Costa, quindi firma un prezio­sismo sul pallone recuperato da Emanuelson, supera in tun­nel un rivale (Volta) e fulmina il connazionale della Samp con una schioppettata sotto la traversa. Così anche il Milan-due, in assenza di ben 12 esponenti del gruppo, tra titolari e non, è in grado di vincere (tra coppa e campionato è il terzo successo consecutivo, un solo gol subi­to, 7 quelli firmati dal suo attac­co) e di risparmiare contestual­mente (in vista di Catania) le preziose energie di Ibrahimo­vic e Cassano, entrati nel finale per tenere palla e far trascorre­re senza rischi il tempo. Pato è degno di Ibrahimovic, allora, anche se gioca al suo livello un solo tempo e nella ripresa, mentre i rossoneri accusano la stanchezza, resta isolato e in di­sparte rispetto alla sfida. Deve solo integrarsi con lo svedeso­ne, studiare meglio la posizio­ne, praticare il suo stesso idio­ma calcistico. Tra campioni e specialisti del gol non dev’essere poi così complicato. Come dimostra il debutto dei due olandesi, arri­vati a Milanello da poche ore, eppure inseriti nel meccani­smo di gioco come se cono­scessero a memoria schemi e caratteristiche del Milan. Van Bommel è un prezioso oltre che solido pilastro di cemento armato su cui si può costruire la resistenza del centrocampo: defilato sulla destra per lascia­re spazio a Thiago Silva, inter­preta il ruolo con l’umiltà che solo i super sanno esibire in al­cune circostanze. Difende co­me pochi e quando avanza, palla al piede, non spreca un pallone. I primi esami clinici ef­fettuati nella serata di martedì a Milano hanno fornito risulta­ti­strepitosi: Galliani era eufori­co, convinto d’aver “piazzato“ un grande colpo, al di là della convenienza economica del­l’operazione. Ma anche Ema­nuelson ha superato, alla gran­de, la prima prova raccoglien­do consensi non solo per la sua agilità, per il passo da centro­campista volante. Ha avuto fisi­co per resistere a un contrasto e suggerire la palletta del 2 a 0 a Pato: i piedi non sono mai ba­nali. Dinamico, ordinato, geo­metrico, ha dato spessore al gioco e al reparto Il Milan è stato super per una frazione, la prima, per poi acco­modarsi sugli allori come gli è capitato nel passato, fin dai tempi di Carlo Ancelotti, nono­stante la presenza di moltissi­mi inediti con la maglia del club tanto da rendere Oddo ca­pitano per una sera (il più an­ziano in servizio, arrivò nel gen­naio del 2007 dalla Lazio infat­ti). Nella ripresa,sprecata l’op­portunità di chiudere i conti (Merkel ispirato da Emanuel­s­on ha inutilmente tanto di ag­girare il portiere invece di far gol subito), il Milan ha sofferto le sue pene. Perchè ha subito il 2 a 1 di Guberti (sfuggito sia a Oddo che a Thiago nell’occa­sione) e ha concesso a Mache­da e allo stesso Guberti un paio di golose circostanze per rag­giungere il 2 a 2 e guadagnare l’approdo dei supplementari. Solo allora, Allegri ha capito che c’era bisogno degli incan­tatori di serpenti e ha deciso di liberare dalle tute, sotto la piog­gia battente, prima Cassano e poi Ibrahimovic.

In verità, il pi­be di Bari, accolto da fischi a go­go, ha cercato alla fine di to­gliersi lo sfizio della rivincita tentando una conclusione dal limite dell’area di rigore. Con Pato boom boom, da se­gnalare anche Thiago regista ormai a pieno titolo e quel gio­iellino di Merkel. Forse il Milan ha trovato prima del tempo il rimpiazzo di Pirlo e quello di Seedorf.

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