«Rossi può stare tranquillo, perdesse anche tre partite di fila». Così Maurizio Zamparini meno di un mese fa. Il presidente del Palermo non è stato di parola, peraltro lo 0-7 con l'Udinese (seguito del 2-4 con la Fiorentina, da 2-1) avrebbe fatto vacillare chiunque, figurarsi il mangia-allenatori. Il signor Emmezeta, ormai 70enne, è nel calcio da un quarto di secolo, all'inizio con la sua catena di ipermercati: un anno a Pordenone, 15 a Venezia, 9 a Palermo. Delio Rossi è il 29° esonerato della sua lunga carriera di patron, Serse Cosmi (foto) il 35° tecnico alle sue dipendenze. Tenevano il suo ritmo i Gaucci (Perugia, ma anche Catania e Sambenedettese) e Jesus Gil (Atletico Madrid), con il pallone però sono finiti male. Pozzo (Udinese) si è un po' calmato, con Cellino è l'altro appassionato del turnover fra i tecnici.
«Cerco un uomo forte che dia una scossa all'ambiente - diceva "Zampa" ieri mattina -, vorrei un Palermo alla Guidolin». Peccato che in passato labbia scaricato tre volte... E poi a sorpresa: «Vado via io e tengo Rossi...». Ecco, poteva essere un'idea. Perchè Delio è uno dei più sottovalutati: portò la Lazio in Champions e al successo in coppa Italia, la Salernitana in A. Spettacolo ovunque. «E non sono allievo di Zeman», sottolineava con orgoglio. «Un ottimo allenatore - riconosce Zamparini -, ma abbiamo 12 nazionali e la difesa peggiore (solo il Lecce ha subito 5 reti in più, ndr), l'impostazione tattica é deficitaria. Ogni domenica vengono da Manchester o Madrid a vedere i nostri, l'Hoffenheim per Bacinovic offre 10 milioni. Siamo stati penalizzati da arbitri e assenze, l'unico mio errore è stato accettare le dimissioni del ds Sabatini. Gli allenatori in Italia si sentono in cattedra, non accettano l'aiuto del presidente. Perchè non provare la difesa a tre?».
Magari la adotterà Cosmi. Oggi il primo allenamento alla Borghesiana di Roma. Torna dunque "l'uomo del fiume", chiamato Serse in memoria del fratello di Fausto Coppi. Cominciò nel '90, a 32 anni, portando il Pontevecchio (Perugia) dalla Prima Categoria alla D in 5 anni; idem l'Arezzo, dai dilettanti alla C1. A Perugia il capolavoro (tre salvezze in A e l'Intertoto), centrò la promozione con il Genoa, ma l'illecito del presidente Preziosi portò la retrocessione in Prima.
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