Cronaca locale

Paura a Desio per il pakistano arrestato

L’uomo, bloccato a Parigi con cinque passaporti falsi, negli ultimi tempi viveva in Brianza. Il sindaco: «Niente allarmismi»

Franco Sala

Le notizie che arrivano da Parigi, raccontano che Mohamed Bihlol Yusuf, arrestato dalla polizia francese all’aeroporto di Roissy mentre tornava da Lahore, in Pakistan, meta Inghilterra, abitava a Brescia, ma negli ultimi tempi si era trapiantato a Desio. E qui in città si respira un’aria pesante, tanti non nascondono paura. Nessun’isteria ma massima attenzione. «Quel giovane non lo conosciamo – assicura Arshad Syed, il leader della comunità pakistana – in ogni caso non posso escludere che abbia soggiornato per qualche mese a Desio. Sto sentendo tutti i miei connazionali per capire, per sapere. Il rischio per la nostra tranquillità è enorme. Siamo oltre 1-500 e ci sentiamo ben integrati».
Eppure già nell’aprile del 2004, il servizio segreto militare aveva rilevato che proprio da Londra erano partiti alcuni predicatori musulmani. Salafiti, «radicali fondamentalisti» che avevano piantato radici nella casa di una famiglia pakistana. Un membro della quale, Khuram Raja, 27 anni, era stato discretamente tenuto d’occhio dai nostri 007. Adesso il giovane, 27anni, si è trasferito a Curno in provincia di Bergamo, e prima di andarsene dalla Brianza, al rientro da un suo lungo viaggio aveva commentato: «Io terrorista mi viene da ridere».

Adesso un altro pakistano, 23 anni, che negli ultimi periodi ha soggiornato a Desio, è bloccato dalla polizia francese con cinque passaporti e cinque patenti britanniche, tutti falsi. «Certamente, per la nostra città, si tratta d’episodi molto gravi. Sarà necessario alzare il livello dei controlli. In ogni caso – spiega Giampiero Mariani, il sindaco – è mio dovere tranquillizzare tutti e non creare inopportuni allarmismi. Occorre riportare serenità: il rischio che si diffonda intolleranza verso i musulmani è davvero elevato».

Ma il generale Pollari, capo del Sismi, dopo i terribili attentati di Londra, aveva indicato Desio come possibile «rifugio» di qualche estremista islamico.
Cesarino Monti, senatore leghista della zona: «Via il buonismo. I cittadini sono stufi, vogliono vivere tranquilli. Il pericolo c’è». Intanto i carabinieri di Monza e Desio, stanno controllando gli spostamenti desiani del giovane arrestato all’aeroporto parigino. L’obiettivo è di capire se il ventitreenne, bloccato a Parigi, abbia qualche «affiliato» proprio a Desio. Dove, da ottobre 2004 al gennaio 2005, era stato iscritto alla «Hand Power», cooperativa di lavoro con sede in via Milano 125.
«Mi sembrava un tipo regolare – certifica Selim Mohammaed, titolare della cooperativa -. A Desio non ha mai creato problemi.

Ha lavorato come operaio, uomo delle pulizie e muratore».

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