Paura, angoscia, dispiacere: questi i primi sentimenti suscitati dal volo di Nadia Fanchini ieri nella discesa di Val dIsère. I secondi? Sono due: rabbia e sollievo. Rabbia perché la gara si è fatta dopo solo una prova, per di più da lunedì la neve era cambiata completamente, si era velocizzata, ieri la Mancuso che ha vinto ha impiegato ben cinque secondi in meno della Paerson che aveva fatto il miglior tempo nel test cronometrato e questo è un gioco pericoloso, un gioco al massacro che la Fis dovrebbe evitare. Cerano due discese da recuperare? Ok, se ne fa solo una, ma invece di prove se ne fanno due, così le più giovani che non conoscono la pista e le sue insidie hanno più tempo per capirci qualcosa. Quanto al sollievo, per fortuna Nadia se lè cavata con danni lievi, se lievi si possono definire un trauma cranico con commozione cerebrale e una doppia frattura non scomposta al polso destro. Così recitava il bollettino medico stilato allospedale di Moutiers, dove la ventenne di Monte Campione è stata trasportata dopo la terribile caduta a 120 allora. Ha sbagliato lei, certo, arretrando dopo un dosso che lha sorpresa, ma a guidarla è stato listinto, oltre che linesperienza e la determinazione, quella voglia di non alzare mai il piede dallacceleratore per andare forte, sempre più forte. Dopo il terzo posto nella prima discesa stagionale a Lake Louise, Nadia Fanchini era entrata in una nuova dimensione, era fra le prime otto al mondo, la più giovane del gruppo, la mascotte. Le vecchie confessano di chiudere gli occhi quando vedono scendere la Fanchini, Anja Paerson tempo fa mi aveva detto che «sì, Nadia è fortissima, potrà diventare la numero 1, ma che spaventi fa prendere, sempre al limite, sempre a tutta anche se non ha esperienza, io quando ho cominciato a fare discesa ero più cauta, avevo paura». Anche Nadia ha paura, ma quando scatta il cronometro la voglia di dimostrare il suo valore prende il sopravvento sulla ragione. E il cervello va in tilt. È andato in tilt anche ieri, per un attimo dopo il violento atterraggio la Fanchini ha perso conoscenza, più tardi non ricordava nulla. Dopo la Tac che ha escluso danni più gravi, è rimasta ricoverata in osservazione e oggi rientrerà in Italia dove le sarà applicato un tutore da tenere per 20-30 giorni.
Certo cè uno strano destino che lega le due sorelle Fanchini. Si sono rivelate al grande pubblico ai Mondiali 2005, Elena con la medaglia dargento in discesa, Nadia col quarto posto in superG. A Lake Louise hanno festeggiato entrambe il primo podio di coppa, Elena prima nel 2005, Nadia terza nel 2006. A Val dIsère Elena era caduta malamente nel dicembre di un anno fa compromettendo tutta la scorsa stagione, stavolta è toccato a Nadia cadere e ad Elena soffrire al traguardo seguendo i soccorsi alla sorella.
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