Roma

Paura a Formia per un ordigno inesploso

Una settimana di allerta: forse il timer è innescato. Evacuati 4.000 residenti nell’area del ritrovamento

(...) a pochi passi dalla stazione ferroviaria. Linea interrotta, terreno transennato, forze dell’ordine immediatamente attive per un lavoro che appare di normale routine sennonché avviene l’incredibile: secondo i primi rilievi effettuati da parte dal corpo speciale dell’esercito (il sesto reggimento genio pionieri) la linguetta di celluloide della spoletta sarebbe stata alterata in qualche modo e con tutta probabilità si sarebbe innescato il timer interno alla bomba, dotato di un «range» di esplosione che va da 0 a 144 ore. Sette giorni durante i quali l’ordigno potrebbe esplodere. E a Formia «scoppia» l’incubo-bomba.
La segnalazione della presenza di quello che aveva tutta l’aria di essere un proiettile di artiglieria pesante era stata fatta già da qualche giorno, una settimana circa. Ma né il proprietario del terreno, né gli operai, inizialmente, credevano di trovarsi di fronte un ordigno bellico pericoloso. Un ordigno di notevoli dimensioni, una bomba d’aereo del peso di 250 chili. Una potenza da far saltare in aria tutta Formia, e non solo.
Inizialmente la Prefettura di Latina ha cercato di non generare inutili allarmismi. Chiusa la stazione ferroviaria, limitata la viabilità su via Pasquale Testa, si insediava l’unità di crisi per decidere il da farsi. E dopo qualche ora la tremenda scoperta: la bomba potrebbe essere innescata, si decide lo sgombero di oltre 4mila persone. Poi si vedrà. Al momento sono state individuate e circoscritte le zone a rischio in caso di deflagrazione, contenute in un raggio di 350 metri dal luogo del ritrovamento. Posti di blocco ovunque per delimitare l’area off limits.
Le forze dell’ordine hanno cominciato ad avvisare con il classico porta a porta i residenti interessati dallo sgombero di abbandonare subito le loro abitazioni. In casa non si può stare, tutti da parenti o amici.
Del resto da queste parti ci sono abituati, non si tratta di una novità. Il 10 maggio del 2003 fu rinvenuto un altro ordigno bellico, sempre nel tratto centrale di via Pasquale Testa, al civico 42, distante solo sette metri dalla bomba attuale. Anche in quell’occasione la bomba venne alla luce durante alcuni lavori di sbancamento, e venne studiato un piano di intervento per la rimozione dell’ordigno. Vennero bloccate le strade circostanti - via Ascatiello, il rione Castellone, via Vitruvio, piazza Mattei e Santa Teresa - come anche il transito dei treni sulla tratta ferroviaria Roma-Napoli. Anche in quel caso il comune di Formia curò l’accoglienza delle persone fatte evacuare dalle proprie abitazioni con l’apertura di cinque centri per l'ospitalità.

Nel precedente caso, però, l’ordigno fu trasportato in una zona periferica della città e fu fatto brillare.

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