Consigliano i lettori sul sito internet del «Giornale», non appena appresa la notizia: «Schumi, goditi la vita e non prendere più rischi inutili». Domandano gli stessi lettori: «Qualcuno gli ha spiegato che andare in moto è pericoloso?». Diceva Max Biaggi non più tardi di una settimana fa: «Se Schumacher si vuole rompere le corna andando in moto a 40 anni, faccia pure...». Titolava il «Giornale» un annetto fa, al primo accennarsi della deriva motociclistica del grande campione di F1: «Schumi? Qualcuno lo fermi».
Nessuno lha fermato. Il sette volte campione del mondo di F1, il pilota più vincente nella storia delle corse, il cannibale tedesco con moglie e due figli «che non li vedo mai - disse al momento del ritiro -, anche per questo lascio le corse», ecco, questuomo di 40 anni, ieri, si è schiantato. Per farlo, per far temere di essersi rotto due costole come scritto dalle agenzie spagnole - «ma non è vero» interverrà la sua portavoce -, per subire un trauma cranico e perdere i sensi al momento dellimpatto - «ma non è vero» ribadirà la portavoce -, Michael Schumacher ha scelto una anonima pista spagnola, a Cartagena, durante i test privati della Superbike tedesca. Ha fatto tutto da solo in sella a una Honda 1000 Cbr Fireblade, battendo sullasfalto prima con il petto e poi con la testa. Forse, sullambulanza che lha raccolto e portato in ospedale, sarà anche stato cosciente (come sostiene la portavoce), ma è difficile pensare che non abbia perso i sensi nellimpatto se trauma cè stato e visto che dopo i controlli è uscito con un collarino.
Ottimo, ne siamo felici. Però adesso, caro Schumi, basta. In 15 anni di F1 hai visto lospedale una volta sola. In 15 mesi di moto pure. La proporzione è chiara, lavvertimento anche.
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