Pavia - Dopo oltre sei ore si è conclusa la perquisizione nell’abitazione di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara Poggi, la ragazza di 26 anni trovata uccisa lunedì della scorsa settimana nella sua casa di Garlasco. I carabinieri non hanno ancora lasciato la villetta dove abita il giovane indagato ma, in questi momenti, si sta solo procedendo alla verbalizzazione alla presenza del legale di Stasi, l’avvocato Giovanni Lucido. La perquisizione, effettuata dai carabinieri dopo la notifica di un avviso di garanzia per omicidio, avrebbe portato al sequestro di tre automobili e di altri oggetti da sottoporre ad accertamento, fra i quali ci sarebbe anche una pinza da camino e due biciclette.
Sotto torchio per ore Da qualche ora i carabinieri sono nella casa di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara Poggi, la 26enne trovata uccisa nel suo appartamento a Garlasco, in provincia di Pavia. Gli investigatori stanno perquisendo l’abitazione del giovane e hanno sequestrato la sua auto. Sul posto c'è anche il pm titolare delle indagini, Rosa Muscio, e il legale del ragazzo, l’avvocato Giovanni Lucido. È "giallo" intanto sull’ordine d’arresto. Secondo alcune voci, non confermate, il provvedimento ci sarebbe, secondo altre fonti invece, gli inquirenti si sarebbero limitati ad emettere nei confronti del fidanzato di Chiara, un avviso di garanzia per omicidio. Certamente gli investigatori, dopo le cautele dei giorni scorsi, sarebbero convinti di essere ad una svolta.
Il silenzio stampa della famiglia Poggi Si chiude nel silenzio la famiglia di Chiara Poggi. Per loro è assurdo che possa essere stato Alberto Stasi, il fidanzato di loro figlia, a compiere l'atroce massacro. "Non facciamo commenti. Ci limitiamo a prendere atto di quanto sta succedendo, mantenendo il massimo rispetto nella magistratura che coordina le indagini. L’ideale per noi sarebbe il silenzio stampa". Il messaggio della famiglia Poggi è stato affidato al loro avvocato, Gianluigi Tizzoni.
Iscritto nel registro degli indagati Intorno a mezzogiorno i carabinieri di Vigevano si sono recati a casa Stasi. Con loro un avviso di garanzia per Alberto, il primo ad aver trovato Chiara in un mare di sangue lunedì scorso nella sua villetta a Garlasco. E' suo il primo nome iscritto nel registro degli indagati per l'omicidio della 26enne. I carabinieri hanno notificato il provvedimento della Procura di Vigevano e potranno così effettuare una perquisizione nell'abitazione che lo studente 24enne condivide con i propri genitori.
I numerosi interrogatori Negli ultimi giorni Alberto Stasi è stato interrogato più volte, a lungo. Ma la morte di Chiara è un vero e proprio giallo. E il provvedimento a carico dello studente 24enne arriva proprio nel momento in cui dovrebbe essere già pronta la relazione dei Ris di Parma che hanno ispezionato meticolosamente il luogo del delitto rivenendo orme e tracce di materiale organico ed ematico anche nella doccia, come se l’assassino si fosse ripulito prima di lasciare l’appartamento. Un altro "mistero" è poi quello di una telefonata che Stasi ha fatto alla fidanzata il giorno dell’omicidio. Qualcuno, secondo i tabulati, avrebbe risposto, ma a quell’ora la ragazza era già morta da un paio d’ore. E manca ancora l'arma del delitto.
Incongruenti le sue dichiarazioni Un "atto dovuto", spiegano gli inquirenti, per poter effettuare delle analisi irripetibili che potrebbero fornire il nome dell’assassino di Chiara. Alberto, il primo ad aver scoperto il corpo senza vita della ragazza, era stato più volte ascoltato nei gironi scorsi. Nelle sue dichiarazioni gli investigatori avevano riscontrato delle incongruenze.
Ad esempio, il ragazzo ricordava il volto di Chiara senza alcuna traccia di sangue, mentre i carabinieri lo hanno trovato con alcune macchie evidenti di sangue. Inoltre, il ragazzo non si sarebbe sporcato le suole delle scarpe nonostante il pavimento della villetta fosse pieno di sangue. Oggi i risultati dei Ris La soluzione del giallo di Garlasco è affidata ad alcuni reperti biologici prelevati sul corpo della ragazza uccisa. I Ris di Parma, infatti, hanno preso sul corpo della sfortunata giovane del materiale non meglio precisato definito "estraneo" alla ragazza. Dall’analisi di questo reperto e dal confronto con il Dna di tutte le persone della sfera familiare che hanno deciso di sottoporsi volontariamente all’esame, potrebbe emergere il nome dell’assassino. Una persona che Chiara ha visto in faccia e forse ha potuto anche toccare, visto che il materiale ritrovato sembra fosse sulla mano destra, ma non sotto le unghie, perché stando a quanto ha rivelato l’autopsia la vittima non ha provato a difendersi dalla furia di chi la stava uccidendo. I risultati degli esami effettuati dal Ris potrebbero arrivare già oggi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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