La pay tv brucia il cinema I film prima in televisione

«Alice in wonderland» e «The Blind Side» aprono la strada, altre grandi pellicole le seguiranno. Ma i videonoleggiatori si ribellano

La pay tv brucia il cinema 
I film prima in televisione

Roma - Dalla sala cinematografica al salotto di casa il passo è sempre più breve. Sparita da anni la vecchia «seconda visione» nei cinema, ora i film, soprattutto quelli più attesi dal grande pubblico, scalpitano per arrivare in televisione sempre prima. E le abitudini dei (cine o tele) spettatori cambiano. Con l’uscita ieri in dvd del blockbuster Alice in Wonderland si è ormai ufficialmente ridotto, da 15 a 12 settimane (le cosiddette window), il periodo che tradizionalmente intercorreva tra l’uscita di un film nelle sale e lo sfruttamento in home-video. Di più, la Disney, che distribuisce in tutto il mondo il film di Tim Burton grazie a cui ha incassato la mirabolante cifra di un miliardo di dollari (sesto incasso nella storia del cinema) di cui 30 milioni di euro «solo» in Italia, ha deciso di far uscire in contemporanea Alice in Wonderland sui canali satellitari di Primafila Sky (al costo di 3,99 euro), anche in alta definizione, come peraltro era già accaduto recentemente con Il mondo dei replicanti di Jonathan Mostow con Bruce Willis. La piattaforma satellitare, a tal proposito, verga trionfalistici comunicati: «L’iniziativa conferma un quadro di continua evoluzione del mondo del cinema, che vede continuamente aumentare per il cliente varietà e libertà di scelta nella modalità e nel luogo di fruizione dei propri film preferiti». Bene, bravi, bis? Manco per niente. Ad esempio i videonoleggiatori sono sul piede di guerra, minacciando di ricorrere all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, perché - dicono - «è un segnale preoccupante per la categoria perché si viene a interrompere la consuetudine più che decennale di non assegnare diritti di sfruttamento di un’opera a canali alternativi al noleggio prima di un periodo di almeno 60 giorni dalla disponibilità in videoteca». Un mondo scottato anche dalla Warner che, lo scorso mese, ha fatto andare direttamente in onda su Mediaset Premium, senza quindi prima passare per il dvd e per la sala, il campione d’incassi negli Stati Uniti, The Blind Side, con l’oscarizzata Sandra Bullock.
Ad aprire il fronte del no contro qualsiasi cambiamento di politiche distributive erano stati però, già qualche mese fa, a febbraio, gli stessi proprietari delle sale cinematografiche che, dopo l’annuncio Disney di ridurre i tempi di uscita di Alice in Wonderland in molti paesi, avevano dichiarato guerra alla major hollywoodiana. Prima misura, il boicottaggio del film. Alla fine però il presidente degli esercenti (Anec), Paolo Protti, ha sostanzialmente accettato le posizioni della Disney dichiarando che «è nostra convinzione che ogni battaglia vada condotta per il bene del mercato cinematografico senza erigere barricate laddove si possono raggiungere posizioni convenienti per la professione cinema nel suo insieme». È curioso notare che in tutte queste polemiche non s’è mai parlato di chi, da tempo, ha osato molto di più degli americani. Parliamo di Aurelio De Laurentiis che con la sua italica Filmauro ha fatto uscire in dvd Natale a Beverly Hills il 3 marzo scorso dopo appena 10 settimane dalla prima in sala.
Ma perché c’è la rincorsa a uscire prima e su tutte le piattaforme? La risposta più semplice riguarda i costi promozionali delle case di produzione che, con un’uscita ravvicinata, vengono ottimizzati perché spesi una sola volta. Così la grandiosa campagna pubblicitaria di Alice in Wonderland, con la sua peculiare galleria di strampalati esseri che popolano quel mondo colorato come il Cappellaio Matto (Johnny Depp), la Regina di cuori (Helena Bonham Carter), il Ciciarampa, il Brucaliffo, lo Stregatto e la Lepre Marzolina, oltre alla protagonista Alice (Mia Wasikowska), è in qualche modo rimasta nell’immaginario collettivo da febbraio a oggi.
Poi c’è l’annosa questione della pirateria. Che però è anche controversa. Gli esercenti dicono che avvicinando l’uscita in dvd non si combattono i pirati che il film l’hanno già scaricato, gratis e, a volte, prima ancora dell’uscita in sala (caso emblematico, lo scorso anno, X-Men - Le origini: Wolverine).

Alcune case di produzione la pensano diversamente anche se la Disney, ad esempio, ha sostenuto diplomaticamente che la sua operazione è nata solo per andare incontro al consumatore. Che, in effetti, con tutta quest’offerta audiovisiva è quello che più se la gode. Senza porsi tanti problemi.

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