Un paziente su tre «si cura» via Internet

Il pericolo, secondo gli esperti, è di cadere in tranelli commerciali

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Il dio Internet spopola nei potenziali pazienti che si affidano al web che chiedere informazioni, che acquistare medicine nuove, approfondire tematiche sanitarie. Ben 8 italiani su dieci ormai lo consultano e il 35% dei pazienti si presenta al medico «di fiducia» con documenti cartacei scaricati da Internet o quando va meglio ritagliate dai quotidiani. Un passo avanti nella cultura della salute che però presenta molte insidie, prima tra tutte incappare in veri e propri tranelli a sfondo commerciale.
A rilanciare l'allarme, mettendo in guardia i cittadini dalle insidie della Rete, invitando alla cautela nella raccolta di notizie e condannando senza appello l'acquisto di farmaci on line, sono il presidente della Società italiana di medicina generale (Simg) Claudio Cricelli e il responsabile di Tdm-Cittadinanzattiva Stefano Inglese. «Il 76% di chi si rivolge ai nostri servizi per motivi sanitari chiede informazioni - ha riferito Inglese - lamentando medici poco disponibili negli studi (13,4%) o a domicilio (24,7%), visite inadeguate (38,1%), irreperibilità del dottore di fiducia (6,7%) e problemi di accesso telefonico (7,4%)». Pazienti in difficoltà e che si sfogano on line: «Il 35% di chi viene nei nostri studi - ha raccontato Cricelli - arriva da noi sventolando fogli di giornale o informazioni da Internet». «Il cittadino-paziente ha sempre avuto sete di sapere - ha proseguito Cricelli -. Oggi però le fonti si sono moltiplicate e il malato chiede sempre di più: nuovi farmaci e nuove risposte. Il medico è felice di avere davanti persone informate perchè è un suo dovere promuovere l'autonomia del paziente e una libera scelta corretta», ha precisato Inglese. Tuttavia nell'era di Internet i pericoli sono tanti.

«Le nuove tecnologie hanno aumentato le informazioni, ma non la loro qualità», ha ripreso Cricelli. Particolarmente duro nel giudicare il web: «La maggior parte di quello che si trova navigando appartiene a un mondo commerciale malato. È un gigantesco modo di intortare le persone».

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