«Pazzini voleva andare Al suo posto, io avrei fatto giocare Krsticic»

«Pazzini voleva andare Al suo posto, io avrei  fatto giocare Krsticic»

Giornata campale per la Samp, dopo la debacle con il Cesena. Comincia il presidente Garrone, arrabbiatissimo, con dichiarazioni al vetriolo al microfono di Sky Sport in replica alle critiche e ai fischi dei tifosi per la cessione del «Pazzo» all’Inter: «Solo un folle avrebbe potuto trattenere un giocatore che voleva andar via e che ha fatto di tutto per andar via. Con il Pazzini di gennaio, di dicembre, ma dall'inizio della stagione sarebbe stato meglio far giocare Krsticic (giocatore della Primavera, ndr). Sono amareggiato - prosegue Garrone - perché chi contesta non ha capito che Pazzini non si poteva tenere. Io non c'ero contro l'Inter ma me l'aspettavo, tanto che l'hanno applaudito mentre a Cassano l'hanno fischiato».
Parte invece alle 17 e 30 l'avventura di Alberto Cavasin alla guida della Sampdoria. Sciarpa blucerchiata al collo arriva in compagnia del direttore sportivo Doriano Tosi. Volto sorridente come se fosse uscito da un tunnel. E probabilmente è cosi dopo alcune esperienze brevi e sfortunate. Adesso però tocca a lui cercare di far uscire la Sampdoria da un tunnel che sembra sempre più scuro. Ma soprattutto del quale, al momento, non si vede la luce d'uscita. Sono dieci le tappe che mancano per cercare di ritrovare la via corretta. Quella che si chiama salvezza. «Abbiamo scelto un uomo semplice e motivatissimo. Speriamo che ci dia la sterzata giusta per salvarsi quanto prima» dichiara con estrema franchezza il ds blucerchiato. La palla passa dunque al nuovo tecnico doriamo. Che gioca in contropiede. Con grande grinta. «Ricordo subito il lavoro di Mimmo Di Carlo con il quale tra l'altro abbiamo condiviso un anno stupendo a Lecce. Lui era il mio allenatore in campo e negli spogliatoi. Gli telefonerò per ringraziarlo del lavoro svolto ed i risultati che otterrò saranno per una buona parte suoi visto che non devo risolvere problemi, ma rimettere in pista il gruppo». Non manca il ringraziamento ai dirigenti, «al patron e a Tosi che ha pensato a me». Oltre ai risultati c'è però da riconquistare il feeling con la tifoseria. «I tifosi saranno importantissimi, forse una delle componenti principali per centrare i risultati sperati. I giocatori devono capire che devono vivere la settimana per farli contenti la domenica. Non si tratta di responsabilità, ma piacere del lavoro che si fa. D'altronde per tutti questo era il sogno fin da bambini». A Genova, sponda Samp, c'è preoccupazione. La Serie B dista tre lunghezze. Quota salvezza? «Dopo l'ultima giornata potrebbe oscillare tra i 40 e 43, ma aspetteremo le ultime giornate per fare calcoli. Ora non bisogna far conti o tabelle. Dobbiamo preparare gara per gara». Ed i problemi non mancano, «certo altrimenti non sarei qua», sorride il tecnico trevigiano. Ma c'è un valore aggiunto. Il capitano. Angelo Palombo (per lui frattura della quarta costola ed un modesto pneumotorace post-traumatico sinistro). «Vado all'ospedale per fargli visita e per parlare di calcio. L'ho già sentito e mi ha caricato. Era entusiasta». Che la Samp e Palombo siano ormai una cosa sola è risaputo, «però bisogna creare uno spirito di squadra che comunque credo esista già oltre a dei valori importanti. Dovemmo lavorare molto in settimana per cercare compattezza ed unità d'intenti, senza considerare che abbiamo tanti elementi che sanno essere imprevedibili». Qualcuno fa notare che manca una prima punta, visto l'assenza di Pozzi. «Più che un problema credo che sia invece un vantaggio. In Italia è ormai di moda giocare con due attaccanti che non si possono definire propriamente prime punte. Non faccio nomi, ma per esempio c'è una compagine che sta ottenendo risultati importanti (Udinese ndr)». Altri chiedono qual è il suo modulo preferito. «Con il 3-5-2 ho conquistato "La Panchina d'Oro", mentre con il 4-4-2 ho vinto un campionato. Questo per sottolineare che ho giocato con tutti i moduli, anche se credo sia opportuno adattarsi ai giocatori della rosa. Personalmente però parlerò con i ragazzi per chiedere un loro parere». C'è sicuramente da ritrovare un po' di serenità e così si parte in giornata per il ritiro della Borghesiana a Roma. «Concettualmente non sono d'accordo, sebbene in questo momento mi sembra una scelta giusta. Per il futuro spero di lavorare sempre sul nostro campo e con i tifosi visto che non farò mai le porte chiuse». Prima di chiudere non mancano le battute. «Ieri sera non sono riuscito a dormire, ma non sono preoccupato. Saremo pronti tecnicamente e fisicamente per la sfida di Catania». E probabilmente sabato sera per il suo nuovo esordio in Serie A non dormirà nuovamente...
Confermata, nel frattempo, la squalifica di una giornata a Daniele Gastaldello, mentre la Digos fa sapere di aver requisito i filmati (e di aver cominciato a visionarli) realizzati domenica in corso De Stefanis, di fronte all’uscita carrabile dello stadio Luigi Ferraris, dove si sono verificati disordini dopo la partita.

La polizia spera di poter identificare alcuni dei facinorosi che hanno dato vita agli scontri e che hanno costretto gli agenti ad effettuare cariche di alleggerimento. Molti degli ultrà avevano il capo coperto da sciarpa e casco da moto. Difficile dunque l’identificazione che sarà effettuata per metodo comparativo.

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