Politica

Il Pd cerca il voto di sopravvivenza ma nei feudi rossi rischia il tracollo

Da Nord a Sud ecco tutte le amministrazioni che il centrosinistra potrebbe perdere Europee, Franceschini è già rassegnato al calo rispetto alle Politiche e punta al 25%

Franceschini chiede un voto di sopravvivenza. E se lo aspetta dalla consultazione europea. Il risultato migliore, si sente dire a piazza del Nazareno, sarà quello ambiguo. Cioè un suffragio assai inferiore a quello raggiunto nelle scorse politiche, ma non al di sotto del 25%. Per la prima volta un partito che, nel migliore dei casi, rischia di perdere tra sei e otto punti percentuale proclama anticipatamente la propria soddisfazione. Ma la vera catastrofe rischia di rivelarsi il voto amministrativo.

Qui l’influenza di una campagna elettorale improntata esclusivamente sull’antiberlusconismo può dare i dispiaceri maggiori. Si vota in moltissime province e in alcune grandi città. Sono in bilico amministrazioni di grande tradizione di sinistra o dove la sinistra aveva conosciuto cinque anni fa un grande successo. Alla prima specie appartiene Bologna. Per qualche settima i “democrats” hanno coltivato il sogno della vittoria facile ottenuta tuttavia a un grave prezzo. Bisognava far dimenticare gli anni terribili della giunta Cofferati e le settimane della sua fuga in Europa. Ma a Bologna i sondaggi cominciano a dare dispiaceri al candidato, il prodiano Del Bono. L’ottimismo dell’anti-vigilia vacilla e crescono gli appelli contro l’astensione, in cui si distingue il candidato europeo e leader regionale del Pd, Salvatore Caronna.

A Firenze il “giovane leone” Matteo Renzi ha tentato la carta trasformistica presentandosi come il candidato della base contro la nomenclatura. Quella che poteva diventare la passeggiata elettorale del candidato del centrosinistra, strada facendo si è rivelata una terribile corsa a tappe. L’ex calciatore Galli, presentato dal Pdl, ha il profilo del personaggio amato dal popolo di sinistra. Di poche parole, legato al volontariato, Galli si è contrapposto al candidato mediatico e si è avvalso nelle ultime ore del sostegno aperto del premier che a Firenze è stato accolto con un calore insperato di questi tempi. Il centrosinistra non ha, peraltro, fatto muro attorno al giovane Renzi. D’Alema sceso a Firenze per sostenerlo, non ha potuto tacere la sua simpatia per Valdo Spini, candidato di Sinistra e Libertà, che si contrappone al nuovo leader del Pd. La sinistra fiorentina, inoltre, è ancora sotto shock per due episodi che riguardano le elezioni europee ma che avranno riflessi anche sul voto amministrativo. Il primo è il «caso Pistelli», il deputato veltroniano, che ha deciso di boicottare il candidato Leonardo Domenici, ex sindaco di Firenze, sollevando le ire dei diessini e soprattutto dei dalemiani. E il «caso Staino», il padre di Bobo, personaggio cult della fumettistica di sinistra, che si è candidato con Nichi Vendola. Poco più in là a Reggio Emilia è una ex sindaca di sinistra a dare dispiaceri al candidato piddino. La “zarina” Spaggiari si è messa a capo di una lista civica che minaccia di togliere voti al centrosinistra classico che soffre le pene dell’inferno anche a Prato.

Un salto nel Sud rivela che l’ottimismo attorno alla rielezione di Michele Emiliano comincia a scemare. Il suo avversario Simeone Di Cagno Abbrescia ha lasciato un buon ricordo e nella sua lista è presente Antonio Matarrese, nome noto nel calcio ma ritornato popolare a Bari dopo che la squadra cittadina, di proprietà della famiglia, ha conquistato una inattesa sperata promozione in A. Lo stesso abbattimento del “mostro” di Punta Perotti, realizzato dal sindaco uscente, non sembra, dopo qualche anno, sollevare grandi entusiasmi in una città delusa dalle promesse sul dopo-“mostro”.
I dispiaceri maggiori rischiano di arrivare dalle elezioni provinciali. Sono in bilico quasi tutte le amministrazioni di sinistra. Procedendo dal Sud al Nord rischiano di passare al centrodestra le giunte di Bari, Lecce e Taranto.

In Abruzzo risultati favorevoli che sembravano acquisiti a Pescara, Chieti e Teramo minacciano di restare nel mondo dei sogni. Il post terremoto e, soprattutto, la doppia disgrazia della caduta della giunta regionale Del Turco e di quella della città di Pescara con D’Alfonso hanno lasciato un segno nell’elettorato. Napoli è un caso a parte. Per la prima volta si vota dopo il disastro della “monnezza” e il Pd si presenta spaccato come non mai. Il candidato del centrosinistra Luigi Nicolais paga anche il prezzo della battaglia contro Bassolino di cui era stato supporter e che aveva abbandonato lasciando odi e rancori alle sue spalle.

Fra Toscana ed Emilia-Romagna ballano, fra le altre, le amministrazioni di Grosseto, Parma e Piacenza. Queste elezioni saranno anche un banco di prova della capacità della Lega di penetrare nel vecchio elettorato di sinistra, dopo aver sfondato, assieme al Pdl, nel voto operaio al Nord. I sondaggi dicono che i leghisti stiano mietendo molti successi. La vecchia tradizione identitaria e comunale della sinistra tradizionale si sta trasferendo sotto le bandiere del Carroccio che è riuscito anche a pilotare l’esasperazione anti-immigrati che nella tranquilla Emilia trova molti sostenitori.

Nel cuore del Nord-Ovest possono passare dal centrosinistra al centrodestra due giunte campione, quelle della provincia di Torino e di Milano. A Torino il centrosinistra paga la rottura con la sinistra radical che con i suoi diktat ha esasperato il sindaco Chiamparino avvelenando i rapporti fra le due anime della coalizione. A Milano la giunta Penati può aver ballato per una stagione sola dopo l’insperato successo di cinque anni fa.

Lunedì quando le urne si apriranno sarà il numero dei passaggi all’uno o l’altro campo, e dei ballottaggi, a dire quanto sarà drammatico il dopo-voto per il partito di Franceschini. Nel volgere di pochi anni il tema della buona amministrazione e del primato dei problemi legati alla politica locale è stato sostituito dal corpo a corpo, è il caso di dire, contro «il principale esponente dello schieramento a noi avverso». L’identità comunale e provinciale è stata lasciata spesso in patrimonio alla Lega e il Pd paga anche il prezzo dell’“amalgama malriuscito” fra la componente ex Margherita e quella ex diessina, quest’ultima in grave sofferenza. A urne aperte le maggiori sofferenze non saranno trasferite in Europa ma verranno dalle città che rifiuteranno il centrosinistra.

Tutta materia per un congresso di recriminazioni e di vendette che darà il benservito a Franceschini.

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