«Il Pd è un elemento destabilizzante»

da Roma

«Se non c’è un chiarimento nella maggioranza, noi al Senato non votiamo» minaccia Mauro Fabris, capogruppo dei deputati mastelliani, alzando nuovamente la posta con la richiesta della mitica «verifica» di scuola dc.
Berlusconi però prevede che il governo cadrà tra il 17 e il 18 novembre. Così sicuro, da aver già indetto manifestazioni.
«Bella forza, quel giorno sarà finita la sessione di bilancio al Senato, e tutti saranno capaci di dire se il governo è caduto o no».
Secondo lei, quando cadrà?
«Certo, il percorso della Finanziaria al Senato è molto complicato, incerto. E se la maggioranza, che pure dice di voler sostenere Prodi, non ritira quella montagna di emendamenti, ben 960...».
E voi siete innocenti, non avete contribuito alla lievitazione?
«Gli emendamenti firmati Udeur sono soltanto 20».
Perché agli occhi del Cavaliere, dovreste essere più appetibili voi di Dini e quant’altri stanchi dell’Unione?
«Perché Dini e gli altri possono risultare utili a far cadere il governo e basta. Noi potremmo far cambiare colore all’Italia».
Ma va?
«Noi possiamo spostare sei regioni. Siamo infatti determinanti in Campania, Puglia, Calabria, Sardegna, Abruzzo e Lazio. E se si vota con la legge attuale, il premio di maggioranza in quelle sei regioni frutta 14 senatori in più».
Avete rinunciato alla riforma elettorale?
«No, ma registriamo che il Partito democratico non sembra interessato a cogliere anche la disponibilità di gran parte della Cdl a una riforma parlamentare: Veltroni sta zitto, Rutelli sembra aprire al modello tedesco, i prodiani insistono col niet. Anche su questo tema, il Pd si sta rivelando come l’elemento destabilizzante della maggioranza».
Non si fida del Pd di Veltroni?
«Evidentemente preferisce arrivare al referendum, sempre che il governo sia ancora in piedi a primavera.

E non posso credere che non sappia bene come l’unica possibilità di tenere in piedi Prodi, sia quella di evitare il referendum».
Vede altro di deflagrante, oltre la Finanziaria al Senato e il referendum elettorale?
«Al momento no. Anche se questa maggioranza non si priva di nulla, per farsi male».

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