(...) Fincantieri. Non credo che portino voti (gli operai scontenti della sinistra, solitamente si spostano sulla Lega, difficile che si entusiasmino per Berlusconi) e, anzi, in qualche caso rischiano di far perdere voti liberali. Liberali veri, intendo. Non basta: nel frattempo, giustamente, gli imprenditori edili guidati da Gianmaria Morini protestano perchè rischiano di chiudere. E nessuno o quasi li ascolta.
Proprio a proposito di Fincantieri, continuano le reazioni alle parole coraggiose dellamministratore delegato dellazienda navale di Stato Giuseppe Bono in unintervista al Giornale e al Secolo XIX. Parole che aprivano la porta a unaltra Italia, dove il sindacato (anche la Fiom, i duri dei metalmeccanici della Cgil) siglasse un patto sociale con le aziende per lavorare meglio, lavorare di più ed essere pagati anche di più. Mica male, vero?
Talmente semplice e talmente logico da scatenare le reazioni dei conservatori di ogni colore. Incredibilmente, nessuno, nel mondo della politica - nemmeno nel Pdl, insisto - si è sentito in dovere di scrivere un comunicato di due righe per dire una cosa semplicissima: «Bono ha tutte le ragioni del mondo». Nessuno.
In compenso, si è scatenata prima la Fiom, poi la Cgil ai massimi livelli: «Bono ha detto cose che non aveva detto prima: ormai siamo allimitazione» ha provato ad ironizzare il segretario del sindacato Guglielmo Epifani, dove limitazione sarebbe quella di Marchionne. «Sapevamo - ha spiegato il numero uno del sindacato più rosso - che Fincantieri aveva dei problemi, perchè cè crisi e forte competitività nel settore, che però, come nel passato, si possono affrontare se cè una politica industriale del Paese». Ottima idea e la politica industriale potrebbe essere quella suggerita da Bono (e sarebbe il meno) e dalla logica (e sarebbe il più).
Non basta. Allo stesso convegno dellesternazione di Epifani, lintervista di Bono scatena anche il segretario regionale della Cgil del Friuli-Venezia Giulia Franco Belci che usa parole grosse: «Lattualità dello statuto dei lavoratori è confermata dai fatti. Laccordo separato di Pomigliano e lapprovazione del collegato sul lavoro sono infatti due palesi dimostrazioni del pesante attacco che viene portato ai diritti dei lavoratori. Sulla stessa linea gli attacchi dellamministratore delegato Bono ai dipendenti Fincantieri».
Eppure, un altro sindacato è possibile. Mentre a Genova, persino quello solitamente più dialogante - come la Uilm di Antonio Apa, un palindromo del sindacalismo - tace, a Trieste, il segretario friulano della Cisl risponde al suo omologo della Cgil Belci: «Il suo problema è che pensa di vivere nel Paese del Bengodi, dove tutto è possibile, le risorse sono illimitate e la matematica è unopinione».
Ecco, qui sta il punto.
Bono, nella nostra intervista, ha dato lallarme. E passa, incredibilmente, per cattivo.
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