Il pd Frisullo resta in carcere: «Contro di lui gravi indizi»

La decisione arriverà soltanto oggi, ma intanto il primo semaforo è rosso. I pm baresi Pino Scelsi, Eugenia Pontassuglia e Ciro Angellilis non hanno dubbi: l’ex vicepresidente della giunta regionale pugliese, Sandro Frisullo, deve restare in cella. Il parere della procura di Bari sull’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Michele Laforgia, legale dell’esponente del Pd ed ex vice di Nichi Vendola, è dunque negativo, su tutta la linea.
Anche se quel «no» non vincola alla stessa decisione il gip Sergio Di Paola, che ha firmato l’ordinanza con cui il 18 marzo Frisullo è stato spedito dietro le sbarre (con l’accusa di associazione per delinquere e turbativa d’asta) e che oggi avrà l’ultima parola sulla questione. E deciderà se Frisullo potrà assistere alle Regionali che vedono Vendola correre per confermarsi alla guida della giunta da uomo libero, ai domiciliari o in cella.
Duro, insomma, il giudizio dei pm, che replicano punto per punto alle argomentazioni con cui la difesa di Frisullo ha chiesto la scarcerazione. Se i legali da un lato hanno battuto, in modo anche polemico, su presunte carenze nella sussistenza delle esigenze cautelari, e dall’altro hanno insistito sulla non compatibilità delle condizioni di salute del loro cliente, che ha il diabete e soffre di crisi ipoglicemiche, con la detenzione, i pubblici ministeri hanno dato una lettura diametralmente opposta. Per i difensori, Frisullo non avrebbe mai preso un euro da Tarantini, ma solo qualche regalo «da amico», e l’ex vice di Vendola avrebbe ignorato che le ragazze procacciate da Gianpi fossero prostitute. I magistrati, invece, nel parere confermano in toto i gravi indizi, sia per quanto riguarda le presunte mazzette e le varie utilità e benefit, escort comprese, che Frisullo avrebbe ricevuto da Gianpaolo Tarantini, garantendogli in cambio appalti per milioni di euro, sia per l’aspetto delle condizioni di salute. Due giorni fa Frisullo è stato visitato in carcere da un medico legale e da un endocrinologo. E proprio il responso dei dottori, secondo i tre sostituti baresi, chiarisce che le condizioni in cui versa Frisullo sono «inequivocabilmente» compatibili con il regime carcerario. Frisullo, secondo la procura, può e deve restare nella sua cella del carcere di Bari. Conferma delle misure anche per l’ex direttore amministrativo della Asl di Lecce, Vincenzo Valente, e per il funzionario Roberto Andrioli.

Mentre i pm hanno valutato positivamente l’approccio collaborativo mostrato nell’interrogatorio di garanzia dal primario di neurochirurgia dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, Antonio Montanaro, agli arresti domiciliari dal 18. Per lui, i magistrati della Procura barese hanno chiesto la concessione e dell’obbligo di dimora.
GMC-MMO

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