«Il Pd non potrà mai rappresentare i cattolici»

«La nostra è la proposta di un partito a ispirazione cristiana a un mondo che si trova in difficoltà dentro il Pd». Savino Pezzotta si candida per l’Udc alla presidenza della Regione.
Un guanto di sfida al centrosinistra?
«Il cattolicesimo si deve declinare in molteplici proposte. Ma ci deve essere una presenza di cattolici organizzati.
Vi candidate a rifare la Dc?
«Non vogliamo certo rifare la Dc, anche se io non rinneghiamo nulla».
Il Pd come capolista in Lombardia candida Fabio Pizzul, un nome importante nell’area cattolica. Puntano a rubarvi voti?
«Visti i malesseri nel Pd non so quanto durerà. Alberto Mattioli (ex Margherita e vicepresidente in Provincia con la giunta Penati, ndr) è già venuto con noi. A livello nazionale Carra e Lusetti».
Perché i cattolici non potrebbero stare nel Pd?
«Noi rappresentiamo una cultura, una politica oltre a un’esigenza religiosa».
Però in Piemonte vi alleate con Mercedes Bresso.
«Le alleanze dipendono dalle persone. Certo non ci saremmo mai potuti alleare con Emma Bonino nel Lazio e con Vendola in Puglia».
La politica dei due forni?
«Macché. Presenteremo il numero di poltrone a cui abbiamo dovuto rinunciare».
Perché in Lombardia correte da soli?
«Abbiamo dimostrato coraggio. Non ci sarebbe costato nulla rimanere con Formigoni. Il Pd si allea con tutti fuorché con l’Udc. Perfino con Di Pietro».
Cos’ha Di Pietro?
«È pericoloso per il Pd. Devono decidere cosa essere e, invece, imbarcano chiunque. Fuorché noi».
Che, per non sbagliare, in Comune vi tenete stretta la poltrona in giunta con il centrodestra.
«Abbiamo deciso di non tradire la fiducia degli elettori. Dove siamo già in una coalizione non ci dimettiamo».
Un giudizio sulla Moratti?
«Non entusiasmante».
Vuol dire che se si ricandiderà non l’appoggerete?
«È molto probabile».
La vostra terza via?
«Vorremmo un Paese normale. Lontano dal leghismo da una parte e dal dipietrismo dall’altra».
Una critica al sistema Lombardia?
«Basta pensare alla sanità come il luogo dove si devono solo spartire dei posti».
L’arresto di Pennisi?
«A parte Pennisi, bisogna spezzare l’intreccio tra affari e politica. Ma perché un’autorizzazione urbanistica la deve concedere un politico e non l’amministrazione?».
Torna Tangentopoli?
«Che ci sia una questione morale lo dicono i fatti. È un’emergenza».
E dunque?
«Al di là delle ipotesi di corruzione, si rischia il distacco dei cittadini dalla politica».
L’Udc a Milano prenderà un consigliere. Magari Silvia Ferretto, ex Msi ed ex An. Non proprio una della vostra tradizione.


«Siamo cristiani, la conversione è un fatto positivo».
Un punto del suo programma?
«L’assessorato alla cittadinanza e all’immigrazione. L’aiuto alle famiglie».
I sondaggi per l’Udc?
«Sopra il 7 per cento. Meglio dove corriamo da soli».

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