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Il Pd prende tempo: "Il biotestamento? Non è una priorità"

ETICA E POLITICA Lo scontro. La delibera presentata dal radicale Cappato spacca ancora la giunta. Il disagio cattolico

All’indomani dell’annuncio della battaglia per la libertà lanciata dal radicale Marco Cappato, che ieri mattina ha depositato agli uffici della presidenza del consiglio comunale la proposta di delibera per l’istituzione di un registro del testamento biologico, la maggioranza si divide. L’idea di aprire uno sportello per i milanesi che desiderino depositare le proprie dichiarazioni anticipate di volontà relative al trattamenti sanitari, non è piaciuta al principale partito della maggioranza, il Pd, che sul tema si divide.
«Il 2012 è l’anno della famiglia: a maggio il Papa celebrerà proprio a Milano il VII incontro mondiale delle famiglie e il Pd ha intenzione di rispettare questo appuntamento - polemizza il capogruppo in comune Carmela Rozza -. Politicamente non mi sembra il momento, e il testamento biologico mi pare non rientri nelle priorità di questa città. I nodi da sciogliere prima sono altri». Peccato che l’assessore al Welfare di Palazzo Marino Pierfrancesco Majorino, sia impegnato nell’ istituzione di un registro delle coppie di fatto... «Infatti ma nemmeno quella è una priorità, sia chiaro- replica secca Rozza-. Quando arriverà la proposta in consiglio faremo una riunione del gruppo: il partito democratico è molto ampio, e riunisce in sé anime diverse, laiche e cattoliche. Io non prenderò mai nessuna decisione che non sia condivisa dalle diverse sensibilità che animano il partito».
L’assessore Majorino, anima laica del partito, garantisce che il registro «non è in discussione, si farà, è anche nel programma elettorale. Stiamo solo studiando come - altre città l’anno già fatto - stiamo vedendo a quale modello richiamarci». Majorino è stato chiamato in causa due giorni fa da Cappato - «cercheremo la Milano laica liberale che ha voglia di mobilitarsi, anche in congiunzione con il registro delle unioni di fatto, per questa battaglia di libertà» - «le proposte di Cappato sono sempre interessanti - chiosa laconico Majorino - forse ci vorrebbe prima una legge nazionale».
Nettamente contraria l’anima cattolica del Pd, il consigliere Andrea Fanzago: «il registro del testamento biologico non è alla portata del consiglio comunale. Un tema così delicato non si può certo affrontare con il consiglio comunale che non ha potere legislativo. Lasciamo stare».
Anche l’opposizione annuncia battaglia in aula: «Io e Cappato abbiamo posizioni culturali diverse prima ancora che politiche - commenta il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli, ciellino di ferro - questa è una proposta irrispettosa della vita umana, io credo che la vita sia un dono e che ci sia stata data, così come credo fermamente che sia sbagliato anche che una persona decida di togliersela. Cappato parla di battaglia per la libertà? Io non credo che il testamento biologico aiuti la libertà, ma anzi la riduca». nonostante la posizione laica nemmeno alla Lega piace la proposta lanciata da Cappato.

Il capogruppo Matteo Salvini si prepara a dire un sonoro «no» in consiglio: «seppure io sia laico, e ci siano alcuni temi si cui sono disponibile a ragionare, come il registro delle coppie di fatto eterosessuali, la nascita e la morte le lascio nelle mani di Dio. Alla proposta del testamento biologico voterò contro perché la maggioranza discute di tutto, tranne che di quello che interessa veramente ai milanesi».

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