Il Pd si vergogna per la Puglia «Stiamo facendo ridere l’Italia»

Roma«Stiamo facendo ridere tutta l’Italia», lamenta il sindaco di Bari Michele Emiliano. E in effetti la situazione in Puglia si sta facendo sempre più paradossale, per il Pd.
Troppi candidati per le regionali (anche se l’unico che ammette di esserlo è il governatore in carica), alleanze in bilico, spaccature interne, e un forte rischio di perdere una delle regioni dove il centrosinistra era più forte. Lunedì sera è arrivato l’ultimatum del segretario regionale del Pd, il dalemiano Sergio Blasi, a Nichi Vendola: «Fai un passo indietro, rinuncia alla candidatura e aiutaci a trovare il tuo successore». Ieri Vendola ha risposto via video: non ha alcuna intenzione di «mollare» e avverte: «Senza primarie, sono automaticamente candidato». Con le primarie (che il Pd non vuole fare a nessun costo), pure. Poi è piombato Emiliano, a dar manforte a Blasi: «Vendola può scegliere il suo successore. Siamo tutti nelle sue mani per sbloccare questa situazione che sta facendo ridere tutta Italia». Ovviamente, il successore dovrebbe essere lui, e per la prima volta il sindaco (dopo averlo smentito in tutte le salse, mentre al contempo commissionava sondaggi sulla sua popolarità in regione) ammette: «Se me lo chiede Vendola, mi candido». E poi avverte: «Se non fa un passo indietro indicando il nome, commette un duplice delitto: contro il centrosinistra e anche contro se stesso, perché uccide il suo futuro politico». La risposta di Vendola è secca: «Io candidare Emiliano? Non farei mai un torto simile, a lui e a Bari». La città che lo ha eletto sindaco solo pochi mesi fa. Intanto spunta anche una terza candidatura, quella del giovane Francesco Boccia, uomo vicino a Enrico Letta e apprezzato dall’Udc, già sfidante (sconfitto) di Vendola alle scorse primarie.
Il pasticcio sembra senza uscita. I potenziali alleati, Udc e Idv, non vogliono Vendola e minacciano di andare da soli al voto, facendo perdere il centrosinistra immerso in quella che Casini definisce «una telenovela». Il Pd è spaccato tra pro e contro Vendola, e neanche D’Alema, sceso nella «sua» regione a fine novembre, è riuscito a metterli d’accordo. Nonostante che, pur di convincere Vendola a sacrificarsi sull’altare dell’Udc, abbia benedetto la candidatura del suo ex nemico Emiliano.

Vendola, che con Emiliano pensava di aver a sua volta stretto un patto di acciaio, chiede le primarie, ben sapendo di essere l’unico (a parte Emiliano) in grado di vincerle, e che il Pd non le vuole per non lacerarsi. E per ora anche l’ultimo assalto, che il Pd romano pensava finale, viene respinto dal governatore: «La base Pd da tutta Italia mi sta chiedendo di resistere, e io lo farò».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica