Pdl e Udc separati in casa (con prove tecniche di pace)

L’Udc non c’è, ma forse ci sarà. La giunta Polverini che si è riunita ieri per la prima seduta non aveva esponenti dell’ala di centro della coalizione. Le trattative serrate condotte dal presidente del partito Lorenzo Cesa con la presidente della Regione hanno portato a una fumata nera: l’ex sindacalista, incoraggiata dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi, non ha ceduto alla richiesta di tre assessorati e della vicepresidenza della Regione da parte di Cesa, che ha così deciso per l’appoggio esterno della giunta. Il consiglio regionale sarà ai nastri di partenza con questo schieramento: 38 consiglieri del centrodestra, 6 consiglieri dell’Udc e 29 del centrosinistra. Non abbastanza per mettere in discussione la maggioranza, forse abbastanza per far andare sotto il centrodestra in qualche votazione, se l’Udc dovesse decidere di appoggiare l’opposizione.
Scenari per la verità piuttosto lontani. Le diplomazie del Pdl e dell’Udc sono ancora al lavoro, lontano dai riflettori, per trovare una possibile ricucitura che garantirebbe alla nascente giunta di dormire tra due guanciali. La stessa composizione della giunta parla chiaro: la scelta di partire con soli 14 assessorati invece dei 16 previsti assomiglia molto al lasciarsi una via d’uscita: se infatti tornerà la pace con l’Udc, basterà suddividere un paio di assessorati plurimi per dare spazio ai centristi in giunta senza costringere nessuno a una cura dimagrante. Un messaggio trasversale accompagnato da zuccherini recapitati all’alleato recalcitrante per tutta la giornata di ieri da esponenti della giunta. A partire dalla stessa presidente: «Il mio auspicio - ha detto Polverini - è che la situazione con l’Udc possa nelle prossime settimane arrivare a una conclusione positiva». «Quella con l’Udc è un’alleanza importante per il centrodestra romano. Spero si possano sbloccare i problemi materiali che ne hanno impedito la partecipazione in giunta», ammette il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Un po’ più ambigua la posizione della deputata Beatrice Lorenzin: «L’Udc? Ha fatto una scelta coerente con la sua azione degli ultimi mesi».
C’è meno ottimismo (ma forse il broncio è una strategia come un’altra) nell’Udc, dove il giorno decisivo potrebbe essere venerdì prossimo, quando il segretario Lorenzo Cesa ha convocato per la mattina, in via Due Macelli, una riunione con i consiglieri regionali, i segretari provinciali del partito e i parlamentari nazionali eletti nel Lazio. «Dopo il varo della giunta e le indicazioni delle deleghe non si capisce su quali presupposti si possa arrivare a una conclusione positiva della vicenda, come Polverini auspica», recrimina il capogruppo regionale uscente dell’Udc Aldo Forte.

E Pietro Sbaredella, neoconsigliere regionale: «Ritengo che si poteva dimostrare questo apprezzamento da parte della neo-presidente Polverini semplicemente rispettando gli accordi presi prima della campagna elettorale e confermati dopo i risultati conseguiti». Macché tregua. La battaglia continua.

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