Luca Ruffino non torna sui suoi passi. Anzi, ribadisce il suo sostegno al candidato di Pdl e Lega Guido Podestà e in silenzio lascia lufficio dellUdc. Con orgoglio. Il «disobbediente» cacciato raccoglie carte e documenti, ripone tutto in due grossi scatoloni e sgombera la scrivania di coordinatore milanese. Ognuno per la sua strada. Lui, con Podestà, su questo non cè dubbio. Gli altri che rifuggono da qualsiasi apparentamento.
«La nostra autonomia - dicono i centristi dellUdc lombarda - non ci impedisce di ribadire il giudizio positivo delle giunte Moratti e Formigoni. Non siamo a caccia di poltrone e non accettiamo di essere tirati in modo strumentale da una parte allaltra». Una cosa è certa: la battaglia di Ruffino andrà ben oltre il ballottaggio Podestà-Penati. «Chiederò un congresso contro i cattocomunisti travestiti da Udc che si sono appropriati indebitamente della linea del partito», annuncia lui combattivo mentre respinge lipotesi di lasciare il partito. Nel Pdl intanto cè già chi, come Stefano Maullu, della direzione regionale, spera che Ruffino entri a far parte della squadra di Berlusconi. E chi, come il vice coordinatore regionale Massimo Corsaro, chiede una posizione chiara agli amici dellUdc. «Condividiamo il governo di Regione e Comune - spiega - ora ci attende lultima importante battaglia per strappare anche la Provincia. Quello che ci aspettiamo dagli amici dellUdc altro non è che una scelta di coerenza: dicano apertamente quello che già tutti sanno in Lombardia, e cioè che appoggiano Guido Podestà al ballottaggio».
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