A guardarli ricordano tanto il risultato di una clonazione, quasi due pecore Dolly appena riprodotte in laboratorio. E' stata la seduta dei risvolti inattesi quella di mercoledì in municipio centro ovest a Genova. Protagonisti della bagarre, durante l'assemblea dedicata alla nomina del vice presidente di municipio e dei presidenti delle commissioni permanenti, i sei consiglieri Pdl, neo parenti serpenti, passati in un solo colpo dall'essere membri di un gruppo unico alla scissione in due gruppi gemelli: stesso partito e stesso simbolo ma capigruppo inequivocabilmente differenti.
Decisione drastica per far fronte alla quale il municipio si è lanciato in una prova di bizzarria burocratica e, con un'interpretazione un po' avventurosa del regolamento comunale, ha ammesso la creazione di un Pdl «bis», per ospitare un unico consigliere, Lucia Gaglianese, improvvisamente sfrattata dai colleghi ma che non poteva transitare nel gruppo misto non avendo mai lasciato il partito. Interpretazione di per se inattuabile visto che servono un minimo di tre consiglieri per creare, a legislatura iniziata, un nuovo gruppo. A far deflagrare le rivalità i dissidi interni al centro destra circa l'elezione del capogruppo. Da una parte Pietro Boraggina, Antonio Brigandi, Roberto Cifarelli Marcello Olimpio e Salvatore Mazzei, «gadolliani della prima ora». Dall'altra lei, Gaglianese, già capogruppo nella scorsa legislatura per la «Lista Biasotti», prima eletta nel partito alle ultime municipali con 188 voti.
Ad escluderla dall'elenco di cui fino a ieri era parte una lettera che porta la firma del Coordinatore Metropolitano del partito Gianfranco Gadolla e del vice Roberto Cassinelli, giunta in municipio pochi giorni dopo la riunione interna al partito in cui Cifarelli è stato nominato capogruppo. Nelle lettera, scritta per comunicare in maniera piuttosto insolita al municipio i nomi dei membri in circoscrizione, gli eletti c'erano tutti tranne lei. Lei però stretta nel ruolo di «consigliere fantasma», a passare da ammutinata non ci sta neanche un po'. «Io sono stata votata per il Pdl - spiega - i voti sono miei e non ho mai manifestato intenzione di uscire dal partito». «Lei ha dichiarato di non condividere le nostre linee politiche - ribatte Cifarelli -e il coordinamento ha semplicemente preso atto del suo chiamarsi fuori». All'origine della separazione in casa la contestazione di Gaglianese sui metodi di elezione del capogruppo. «Un automatismo - spiega il Coordinatore Gadolla, primo a scendere in campo in difesa dell'operato dei suoi - spetta infatti al candidato alla presidenza del municipio decidere quale carica ricoprire, se il capogruppo, il vice presidente del consiglio oppure il presidente della prima commissione. Se la consigliera non avesse lasciato la riunione, sancendo a chiare lettere la sua uscita dal partito, a lei sarebbe spettata la vice presidenza».
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