Il 12 e 13 febbraio Milano che torna capitale della politica. Teatro di una nuova sfida tra Silvio Berlusconi e il transfuga Gianfranco Fini che ha scelto proprio la città del premier per celebrare il congresso di fondazione del nuovo partito. Di quel Futuro e libertà che vorrebbe scippare voti e spazi mediatici al Pdl. Che per controbattere sceglie una grande manifestazione di piazza. Molto probabilmente sotto le guglie del Duomo con i colonnelli del centrodestra intenzionati a dare una dimostrazione di forza proprio nella giornata che Fini sognerebbe di giocarsi da protagonista. Tanta gente in piazza è la scelta del Pdl per dimostrare come gli attacchi della magistratura, di giornali e televisioni non abbiano intaccato il carisma del leader. Il governo va avanti e non si farà intimorire dallazione di questi giudici, avrebbe sostenuto il Cavaliere durante il consiglio dei ministri di ieri. Berlusconi non ha nemmeno pronunciato la parola «elezioni», ma a Milano comunque si voterà. Per ridare a Letizia Moratti la poltrona di sindaco. E questo diventerà un test nazionale, una cartina di tornasole per pesare valore e prospettive di partiti e leader politici. Una sfida con Fini, ma anche una pagella degli elettori alloperato del governo.
Da decidere per la manifestazione del 13 febbraio cè il tema. Laltra sera sembra che la decisione fosse stata già presa. Che il bersaglio dovessero essere la magistratura politicizzata e il tentativo della sinistra di ribaltare il responso delle urne con i faldoni delle indagini a luci rosse. Ma ieri il coordinatore nazionale del Popolo della libertà Ignazio la Russa ha frenato. Lasciando intendere che cè ancora da lavorare sia sulla logistica che sulla comunicazione dellevento. Ma è bastata la notizia per scatenare le vestali rosse e lesercito di Annozero. Con Michele Santoro, Barbara Spinelli e Marco Travaglio pronti a lanciare un appello per una contro manifestazione il 13 febbraio davanti al tribunale di Milano. «Per sottolineare - hanno spiegato ieri in conferenza stampa - il livello di emergenza sulla libertà di informazione e sulla situazione in generale dei poteri di controllo».
Una prima e difficile sfida, quella della manifestazione del 13, che si presenterà al nuovo coordinatore regionale Mario Mantovani. Non cè ancora lufficialità e si attende ormai soltanto il comunicato ufficiale dalla sede del partito a Roma. Ieri, però, il passo decisivo e la certezza che Guido Podestà ha un successore. Inutili gli ultimi tentativi di mettere in dubbio una scelta fatta da Berlusconi in persona. E, dunque, difficilmente revocabile. Dalla prossima settimana Mantovani sarà al lavoro con la sua vice, quella Viviana Beccalossi che proviene dalle fila di An e bene ha lavorato in Lombardia come vice del governatore Roberto Formigoni al Pirellone. Contro Santoro Mantovani ha già levato la voce. «È inaccettabile - le sue parole - che un membro del governo non possa intervenire in una trasmissione del servizio pubblico televisivo per smentire dichiarazioni contrarie alla realtà e prive di ogni fondamento». E spiega che «telefonando alla redazione di Annozero, si è visto negato il diritto alla parola per ristabilire la verità da parte della redazione.
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