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Pdl, Superenalotto e la schedina non giocata

Pdl, Superenalotto e la schedina non giocata

(...) la caduta della giunta di centrosinistra. Il che, a Sampierdarena, equivaleva alla caduta del Muro di Berlino, un successo epocale, qualcosa da libri di storia. Loro, poi, come se la sono giocata? Con liste e candidati presidenti separati di Pdl e Lega alle elezioni che, essendo le municipali a turno unico, era come arrendersi prima di gareggiare, alzare bandiera bianca prima del voto. Anzi, bandiera rossa.
Poi, però, c’erano da gestire i tre Municipi vinti nel 2007, forti del buon risultato di Musso, dell’ottima performance di Renata Oliveri, che arrivò al ballottaggio e, ribadisco, della protesta montante contro il governo Prodi. E invece in quei tre Municipi sentite cosa succede.
Nel Centro-Est - strappato al centrosinistra che alle elezioni precedenti l’aveva strappato al centrodestra, insomma il Municipio più di frontiera fra tutti - prima ha vinto Aldo Siri, appoggiato dagli antenati del Pdl (Forza Italia, Lista Biasotti e An), dalla Lega e dall’Udc. Poi, un po’ alla volta, come in Dieci piccoli indiani, i consiglieri hanno iniziato a squagliarsi: via l’Udc, via qualcuno del Misto, Siri eletto in Regione e la mozione di sfiducia approvata, anche con qualche voto del centrodestra. Nessun problema: morto un Papa (Aldo Siri, certamente, apprezzerà il paragone e sarà la volta che faremo pace, visto che resta un amico, anche nella diversità di opinioni), se ne è fatto un altro, pure bravo, Enrico Cimaschi. Ma, anche stavolta, per una serie di incredibili veti incrociati, Cimaschi è riuscito a fare il presidente, ma non la giunta. E la sensata proposta del capogruppo del Pdl Luciano Gandini di provare a fare una giunta bipartisan con il Pd che pensasse a ricostruire i marciapiedi e a gestire l’illuminazione è naufragata per estremismi di destra e di sinistra.
Insomma, siamo arrivati ad un passo dal commissariamento. Ed è un peccato: da un lato, proprio perchè il Centro-Est, come spiegavo, è un Municipio difficile da espugnare. Poi, perchè è il più popoloso della città, con quasi centomila abitanti, genovesi e non che ci gravitano. E infine perchè è il Municipio di tantissime zone strategiche di Genova: dal Centro Storico a Castelletto, da Carignano a Portoria, dal Quadrilaterò a Prè, dal Molo alla Maddalena, dal Lagaccio a Oregina. Insomma, il cuore del cuore della città.
Il Medio-Levante, invece, è un feudo classico del centrodestra. Albaro, Foce e San Martino non hanno mai tradito. Ma l’uscita di Pasquale Ottonello in direzione Marta Vincenzi - pur non scippando il Pdl di un voto, visto che i regolamenti e la scelta di «Otto» non privano il centrodestra, nè del presidente, nè di un consigliere, ma semplicemente lo costringono a sceglierne un altro fra quelli attuali - apre scenari di instabilità anche in quello che sembrava essere un fortino inespugnabile.
A Levante, per ora, il presidente Francesco Carleo resiste. Ma le tensioni sono tante e forti e la maggioranza non è più tale.

Qui non mi interessano torti e ragioni, ma mi interessa dire che anche a Sturla, Quarto, Bagnara, Quinto, Nervi, Sant’Ilario, Borgoratti, San Desiderio e Apparizione - i territori del Municipio - nel 2007 il centrodestra ha vinto, ma la volta prima aveva perso e l’elezione prima ancora aveva vinto. Insomma, un altro territorio difficile. Da non buttare via.
Per vincere al Superenalotto bisogna giocare la schedina. E quando si ha vinto, non buttarla prima di incassare. Sembrerebbe elementare. Sembrerebbe.

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